Al Festival di Sanremo 2016, Alessio Bernabei arriva da solo

05 febbraio 2016

Alessio Bernabei è uscito dal gruppo, ma sta benone. L’ex cantante dei Dear Jack si è messo in proprio e al Festival di Sanremo arriva da solo, con una bella canzone dance dal titolo Noi siamo infinito. Rassicura chi se lo immagina un po’ smarrito: «Non sono solo, mi sento un esercito dietro. Ho la mia famiglia, il mio staff, conosco già l’emozione del palco perché ci sono stato un anno fa. Il gruppo? Mi manca quando si presenta un problema, allora le difficoltà si dividevano».

Molti hanno paragonato il suo pezzo, come stile, a quel Fatti avanti amore cantato da Nek al Festival un anno fa. Le fa piacere?
«Beh, considerato il successo di Nek l’anno scorso, moltissimo. Mi piacerebbe raggiungere gli stessi consensi che ha raggiunto lui. Chissà, magari questo accostamento mi porterà fortuna…».

Noi siamo infinito è stata da Roberto Casalino, grande autore che ha firmato tra le altre cose, L’essenziale con cui Marco Mengoni ha vinto il Festival qualche anno fa. Un altro portafortuna?
«Sì, ne ho parecchi. Il regista Mauro Russo, quello che ha fatto il mio video per Sanremo, ha girato anche quelli di Rocco Hunt e Arisa, che poi hanno vinto».

Quando uscirà il suo prossimo disco?
«A primavera, ancora non abbiamo deciso il titolo. Non vedo l’ora perché c’è dentro il nuovo Alessio, lontano dal genere boy band. Un po’ come Robbie Williams dopo i Take That…».

La serata delle cover canterà con Benji e Fede un pezzo di Riccardo Cocciante, poi ripreso da Rino Gaetano, A mano a mano. Le vostre fan saranno già in agitazione.
«La faremo a modo nostro e sono convinto che sarà divertente, non escludo qualce serata con questo duo fenomenale. Certo che ci divertiremo!».

Dica la verità. Cosa prova quando vede Leiner Riflessi cantare con la sua vecchia band? Nessun rimpianto?
«Leiner è un ragazzo carino, ci siamo incontrati alle prove ma per ora non gli ho dato nessun consiglio. Comunque l’unico rimpianto è per il nome “Jack”. A quello ci tenevo proprio».

di Elisabetta Sala