13 agosto 2015

Dirty Dancing: nel backstage a Verona con Gabrio Gentilini

Ci ha fatto ballare, cantare e molto sospirare: a 28 anni dall’uscita nelle sale Dirty Dancing è senza dubbio uno dei titoli più amati dal pubblico femminile e non solo. Alzi la mano chi non si è emozionata almeno una volta davanti alla tormentata storia d’amore della giovane Baby con l’affascinante insegnante di ballo Johnny Castle, l’indimenticabile Patrick Swayze.

Ma Dirty Dancing non è solo un film ma anche uno musical teatrale che dal 2014 sta girando l’Italia facendo il pienone nei teatri con quasi 130.000 spettatori. Realizzato dalla Wizard Production il musical è approdato a luglio 2015 al Barclays Teatro Nazionale di Milano in una versione rinnovata ancora più coinvolgente e trascinante.

Protagonisti, come per la scorsa stagione, i giovani e talentuosi Sara Santostasi e Gabrio Gentilini, forti di lunghe esperienze nel campo del teatro, del cinema e della tv, già amatissimi dal pubblico e dai fan dello spettacolo.

E proprio con Gabrio che Tustyle.it  ha chiacchierato poco prima dello spettacolo del 10 agosto, tenutosi nella splendida cornice dell’Arena di Verona, luogo simbolo del teatro e dell’opera.

Ventisei anni, nato a Forlì, Gabrio si diploma nel 2009 all’Accademia biennale professionale di musical MTS – Musical! The School di Milano, diploma a cui seguono le prime esperienze sul palco scenico, tanta gavetta e tanti ruoli, fino al 2012 che lo vede vestire i panni di un altro iconico personaggio: Tony Manero, il protagonista del film cult “La febbre del sabato sera“. Infine, l’anno scorso, ottiene il ruolo di Johnny Castle, sbaragliando altri 1000 candidati al provino.

Godetevi gli scatti esclusivi del backstage di questa data unica e respiratene l’atmosfera, intanto ecco quello che Gabrio ci ha rivelato di sè:

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Gabrio, come ti senti nei panni di uno dei sex symbol più amati del cinema, il bel Johnny Castle interpretato dell’indimenticabile Patrick Swayze?
«Dopo avere vinto il provino per questo ruolo ero chiaramente molto felice e soddisfatto perché si tratta per me di una grande fortuna e di una grande eredità. Ma al contempo è una grande responsabilità e un grande impegno. Ora che sono riuscito a dimostrare al pubblico che posso raccontare anche io con le mie corde questo personaggio, mi godo molto tutto, anche perché si tratta di una storia che continua ad emozionare il pubblico quanto me. Sono molto riconoscente nei confronti di Patrick Swayze perché questo film ha avuto tantissimo successo ed è diventato un cult anche grazie a lui, che oltre ad essere un grandissimo interprete, ha dato una marcia in più a noi ballerini con l’erotismo e il carisma che è riuscito a infondere nel suo personaggio di danzatore».

Raccontaci come si svolge una tua giornata tipo in tour:
«Se non ho dovuto viaggiare ma sono sul posto da qualche giorno, al mattino mi sveglio con calma dopo la replica, faccio una bella colazione, magari in compagnia di qualcuno del cast, e poi mi piace avventurarmi per le città e vedere le architetture che mi circondano, visitare qualche museo, fare un pranzo in un ristorante tipico per assaggiare le specialità locali. Poi se posso trovo una palestra per allenarmi e all’orario di convocazione vado in teatro dove mi scaldo con gli altri e inizia lo spettacolo. Dopo di che si va a cena, ci si diverte insieme e poi si torna in albergo a riposare per il giorno dopo».

In futuro quale ruolo vorresti interpretare?
«Il ruolo che in futuro vorrei interpretare non è ancora stato scritto perché vorrei un ruolo tutto mio. Per due volte ho avuto la fortuna e l’onore di essere il protagonista di due personaggi iconici, resi tali anche dai loro primi grandissimi interpreti, ossia Tony Manero/John Travolta con “La Febbre del Sabato Sera” e Johnny Castle/Patrick Swayze con “Dirty Dancing”. Ora mi piacerebbe raccontare una storia di cui sia io il primo interprete. E non importa che sia a teatro, anzi mi piacerebbe che fosse al cinema, con una bella sceneggiatura avvincente, magari una storia d’amore che faccia innamorare le nuove generazioni».

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di R.M