Intervista a Carmela Scotti, autrice di “Chiedi al cielo”, una storia di pedofilia

20 marzo 2018

Dopo il felice esordio con L’imperfetta, finalista al Premio Calvino 2016, Carmela Scotti torna con Chiedi al cielo (Garzanti, € 17,90) storia di una donna che perde il figlio, ed è costretta a fare un viaggio nel cuore caldo del Male

 

Anna perde il figlio Luca, di nove anni, rapito misteriosamente sotto casa, mentre andava a comprare il pane. Da quel momento la donna non riesce più a parlare, il suo matrimonio va in pezzi e si ritrova a cercare la verità aiutata solo da un vicino di casa, Giona, vedovo alle prese con un figlio adottivo difficile. I due saranno coinvolti in una vicenda più grande di loro, e faranno un viaggio negli abissi del male, dove è stato trascinato Luca. Sarà il sentimento della perdita e il dolore insanabile che li accomuna a unirli e a dargli la forza di riprendere in mano il loro futuro.

Carmela Scotti, collaboratrice storica di TuStyle, dopo il felice esordio con L’imperfetta, finalista al Premio Calvino 2016, torna con un romanzo pieno di sentimenti, con una trama complessa e avvincente, e una vena di giallo che trascina il lettore nelle viscere della storia senza dargli tregua, fino allo sconcertante finale.

Perché hai deciso di affrontare il tema delicatissimo della pedofilia? 

«Anche nel mio primo romanzo avevo parlato, anche se in modo diverso, di infanzia violata perché è un tema che mi sta molto a cuore e che fa parte della cerchia di “ossessioni” che girano nella mia testa quando comincio a pensare a una nuova storia. Ci sono crimini che la mente umana riesce a malapena a concepire, uno di questi è il male fatto ai bambini, in qualunque forma esso si manifesti, compresa quella, atroce, della pedofilia. In Chiedi al cielo la vittima della pedofilia non è mai presente, ma l’ingiustizia che ha subito grida forte in tutte le pagine, torna prepotente in ogni pensiero della madre, continua a bussare alle nostre coscienze senza mai affievolirsi. È un tema che ha grande potenza narrativa, proprio perché va a toccare corde profonde che non possono lasciare indifferenti, ed è questo materiale incandescente che io, da sempre, sento più affine, e che mi dà la possibilità di costruire pagine che spero restino nella testa e nel cuore dei lettori».

Entrambi i protagonisti devono affrontare la perdita dei figli. Ma Anna vive la tragedia in modo intimo, richiudendosi su se stessa, mentre Giona reagisce con l’azione, pur non essendo un uomo d’azione. Dipende dalla loro personalità o dall’essere maschio e femmina?
«Uomini e donne sono meravigliosamente diversi, e diverse sono le reazioni agli sgambetti della vita. Mi pare, almeno basandomi su mie esperienze personali, che per gli uomini la reazione ad un dolore lacerante, come la perdita di un figlio o di un coniuge, confluisca spesso in una necessità di reazione “fisica” alle circostanze, quasi il desiderio di prendere il dolore per la collottola e scagliarlo lontano, dove non se ne possa percepire neppure più l’eco. Mi pare che invece le donne abbiano una relazione molto “intima” con la loro vita interiore, una capacità meravigliosa di non voltare la testa dall’altra parte, ma di guardare le loro emozioni dritte negli occhi, per quanto laceranti possano essere, di analizzarle da ogni angolazione, montandole e smontandole come farebbe un bambino curioso fino a trovare una “cognizione del dolore” o, perlomeno, imparare a conviverci.

L’intreccio è pieno di suspense. Dopo un romanzo intimista, hai voluto cimentarti con una trama complessa e una vena di giallo… 

«Sono diverse le ragioni che mi hanno portato a questo drastico “cambio di rotta”. La prima è sicuramente la necessità fisica di prendere le distanze da un personaggio, la protagonista di L’imperfetta, che era nato da una situazione estremamente dolorosa (il lutto di un genitore) con la quale fare inevitabilmente i conti. Chiedi al cielo nasce invece da una sfida, dalla voglia di confrontarmi con una storia per certi versi più complessa, con una trama che vira verso il giallo e un viaggio che i due protagonisti, Anna e Giona, devono affrontare nel cuore caldo del Male per uscirne indenni, ammaccati ma vivi, grazie all’unione dei loro reciproci dolori».

Stai già scrivendo qualcosa? Ci dai qualche anticipazione?
«Ho in mente una storia che ha per protagoniste due sorelle molto diverse tra loro, che parla di un rancore antico che logora e corrode, e di un segreto così pesante da sconvolgere la vita di tutti. Sarà un romanzo sull’amore e sulla vendetta, sulla gelosia feroce e sulla redenzione disperata».

Eleonora Molisani @emolisani