Le coccinelle non hanno paura, felice esordio di Stefano Corbetta

21 luglio 2017

Le coccinelle non hanno paura (Morellini editore, € 14,90), primo romanzo di Stefano Corbetta, è un esordio sorprendente.
Teo, fotografo quarantacinquenne, nell’epoca in cui i coetanei cominciano a tirare le fila dei primi bilanci, apprende di avere un terribile tumore al cervello e ancora solo poche settimane di vita. Per sua fortuna non è solo: accanto a lui ci sono l’amico Luca, esperto di jazz, e Arianna, giovane psicologa che gli fa battere di nuovo il cuore, dopo il fallimento del suo matrimonio.

Parallela alla narrazione principale scorre quella di un mistero intrigante, che riguarda un uomo emerso da un passato lontano, in una vecchia fotografia in bianco e nero. Teo – nel momento peggiore della sua vita – invece di concentrarsi sul suo triste destino, ha il coraggio di avventurarsi insieme ad Arianna nei meandri di quel mistero, che ha inspiegabilmente risvegliato tanti ricordi del passato.

Le coccinelle non hanno paura è un racconto avvolgente, doloroso ma mai patetico. Un romanzo maturo sia per stile narrativo, cristallino e poetico, sia per l’impeccabile connubio tra la componente dei dialoghi e quella più intimista, quasi filosofica. Fin dalle prime battute Stefano Corbetta riesce a creare un’atmosfera che rapisce piacevolmente il lettore, in attesa degli sviluppi della vicenda.

L’intensità umana dell’autore si intuisce – e apprezza – a partire dallo sguardo fotografico: come prima ma anche definitiva lettura del mondo (“La fotografia è una battaglia contro l’idea che siamo tutti destinati a scomparire“, diceva Robert Doisneau); dall’ascolto: delle cose, delle persone, della musica (Corbetta è anche musicista); dalle parole: quelle dette e non dette, quelle della rabbia, della consolazione, dell’amicizia, dell’amore, della nostalgia, della consapevolezza disincantata ed estrema.

Rimane in equilibrio perfetto tra ragione e sentimento questa riflessione esistenziale sul senso della vita, sulla bellezza come salvezza universale, sulla possibilità dell’immortalità dell’anima. Senza cadere mai nella banalità o nella retorica.

Eleonora Molisani @emolisani