Al museo di Capodimonte, la mostra “Picasso a Napoli”

12 aprile 2017

Pablo Picasso incantato da Napoli. A celebrare questo innamoramento è nello stesso capoluogo campano una mostra dalla duplice location: il Museo di Capodimonte e Pompei dove, fino al 10 luglio, si può ammirare l’esposizione Picasso e Napoli: Parade. Ma come mai l’artista dell’avanguardia, giusto 100 anni fa, si trovava a Napoli? E quindi quale è la genesi di questo evento?

In pratica, Picasso aveva avuto l’incarico di farsi ispirare dagli umori partenopei per creare scenografie e costumi per una serie di balletti. Il primo di questi è quello che dà il titolo alla mostra, Parade, e va in scena a Parigi nel maggio 1917. Ospiti a Napoli erano anche il direttore dei Balletti Russi, Sergej Djagilev, il coreografo della compagnia, Léonide Massine, e lo scrittore Jean Cocteau il quale, per convincere Picasso a lasciare la capitale, gli dice: «Roma è la città dei papi, Napoli è la città di Dio». Mentre a Pompei si trovano i costumi, affiancati da reperti archeologici, e le maschere, da ammirare a Capodimonte, oltre a numerose tele, acquerelli, persino marionette e pupi dalla collezione del Maestro, c’è innanzitutto l’enorme sipario dello spettacolo, lungo 17 metri e alto 10 (in foto: Sipario per il balletto “Parade”, Parigi, Centre Pompidou – Musée national d’art moderne – Centre de création industrielle; Photo © Centre Pompidou, MNAM-CCI, Dist. RMN-Grand Palais / Christian Bahier / Philippe Migeatltre).

Ma un altro evento ha rallegrato le sale del Museo partenopeo, ed è l’omaggio tributato al Parmigianino, alias Francesco Mazzola, tra i più importanti artefici del Rinascimento italiano e del Manierismo, e rappresentante di quell’ideale di grazia che caratterizza il movimento artistico. Ai suoi dipinti è ispirata la monografia curata da Alessandro Tosi e presentata dalla farmaceutica Menarini. Ma perché Napoli e perché Menarini? Perché fu il capoluogo campano a dare i natali al gruppo farmaceutico, quando nel 1886 nacque Menarini come farmacia situata in salita Calabritto. Si chiamava “Farmacia Internazionale” e produceva i medicamenti che sarebbero serviti ai migranti verso le Americhe. Poi la sede fu spostata a Firenze, ed è oggi una multinazionale attiva in oltre 130 Paesi al mondo, impegnata nella ricerca, prevalentemente in ambito oncologico, e con la concreta speranza di offrire nuove cure per patologie ancora irrisolte. E, in linea con la sua tradizione mecenatista, cura sin dal 1956 la pubblicazione di splendidi volumi d’arte, tra gli ultimi quelli su Leonardo Da Vinci, Raffaello, Tiziano…

Dunque, al Museo di Capodimonte, si possono ammirare alcune delle principali opere di Parmigianino, come Ritratto di Galeazzo San Vitale, Ritratto di giovane donna (l’Antea), Sacra famiglia con san Giovannino, Lucrezia.

Cinzia Cinque