04 maggio 2018

Intervista a Chris Hemsworth, sex symbol e Thor in Avengers: Infinity War

 

Chris Hemsworth, il sex symbol e – il dio Thor – della saga degli Avengers, di persona sembra più fragile. Un inquieto che si calma solo facendo surf. E ascoltando la donna che, anni fa sull’Himalaya, gli ha salvato la vita

 

 

Nella saga degli Avengers è un dio, e pure nella vita non scherza. Chris Hemsworth è il 34enne australiano alto un metro e 90, biondo con gli occhi azzurri, che è diventato un sex symbol supereroico interpretando Thor, nel 2011. A colpi di martello è arrivato fino al sesto titolo della serie, Avengers: InfinityWar, ora nelle sale.

Dopo essersi destreggiato tra blockbuster e film d’autore (Rush di Ron Howard, Blackhat di Michael Mann), presto potrebbe allargarsi ai mitici Men in Black, in uno spin-off previsto per l’anno prossimo. Se al cinema lo vedremo parecchio, nel privato se lo tiene stretto la moglie Elsa Pataky, 41enne attrice spagnola (vista, tra l’altro, in Fast & Furious), sposata con lui dal 2010 e madre dei suoi tre figli (India Rose di 6 anni, i gemelli Tristan e Sasha di 4). E proprio alla famiglia Chris Hemsworth dice di voler dedicare più tempo. A incontrarlo di persona ha l’aria meno forzuta. Sembra un gigante gentile.

Ha incontrato qualche supereroe “vero” nella sua vita?

«Mio padre e mia madre: sono le persone più forti che abbia conosciuto. Nella nostra famiglia giravano pochi soldi, eppure loro non ci hanno mai fatto mancare niente né sentire il peso delle privazioni. Lavoravano come pazzi per far fare una vacanza ogni anno a me e ai miei due fratelli (Luke e Liam, entrambi attori, ndr)».

Sua moglie Elsa non è nel pantheon? Anni fa le ha salvato la vita, in alta montagna…

«Vero. Stavamo facendo un trek sull’Himalaya quando ho iniziato a sentirmi male. Avevo problemi respiratori e dolori alla testa ma tenevo duro, non volevo ammetterlo né chiedere aiuto. Mi sono ritrovato alle tre del mattino che non riuscivo più a respirare, allora Elsa mi ha detto: “Smettila di fare il testardo, ora chiamo la guida”. Mi hanno portato via. Avevo un versamento pleurico, i medici mi hanno poi detto che se fossi rimasto ancora in quota avrei potuto morire».

Ha sempre amato le sfide sportive?

«Diciamo che ho molte energie e sento il bisogno di sfogarle. Se non lo faccio ogni giorno, posso diventare visibilmente inquieto. Quando giro film in una metropoli e non posso fare attività fisica, o se sono immobilizzato da qualche piccolo incidente, sento crescere l’agitazione»

Quindi cosa deve fare per stare bene?

«La miglior prevenzione è sempre stata il surf, la mia attività preferita. Mi fa sentire coi piedi per terra… per usare un gioco di parole. Lo sport mi rende più equilibrato, presente a me stesso. Forse è anche una reazione, e non solo mia, al mondo di oggi, al continuo e ansiogeno bombardamento di distrazioni mediatiche».

Non è un fan di internet e dei social…

«Trovo eccessivo il flusso continuo di informazioni, l’essere connessi senza sosta. Cerchi qualcosa in internet, inizi a scorrere e non c’è mai fine, dovresti starci incollato. Non ne vedo i vantaggi. Così evito di andare in rete, specie ora che ho i bambini».

In montagna ci torna spesso?

«Amo di più le onde dell’oceano, forse anche per via dell’incidente. Prima di avere figli mi gettavo in qualsiasi sfida per dimostrare di essere capace di tutto, ora sono diventato cauto. Io e mia moglie ci siamo quasi scambiati i ruoli: io sono quello che frena e lei mi rassicura e mi tranquillizza. D’altronde va spesso così nelle coppie».

Prima o poi sarà Elsa a fare il supereroe…

«Lo è già, in famiglia! Per me è tutto molto più semplice: vado sul set, mi gratificano e torno a casa. Lei ci va portandosi dietro i bambini ed è tanto se fa una notte intera di sonno. Le madri sono i veri eroi da celebrare, spesso invece restano nell’ombra».

 

“Da bambino sentivo dire ai miei che non avrebbero mai finito di pagare il mutuo, racconta
Chris Hemsworth”. “Se c’è un pensiero che mi ha spinto a non mollare la gavetta è questo: poter comprare io quella casa”

 

Lei starebbe un periodo a casa coi bambini lasciando andare Elsa sul set?

«Ora vorrei davvero farlo, anche perché ho lavorato due anni intensamente e ho bisogno di fare un passo indietro. Una pausa non pregiudica la carriera, potrei riprendere più avanti. Ho una grande passione per questo mestiere, ma la mia famiglia è la priorità. Genitori compresi: è grazie a loro se ho fatto l’attore».

Sono stati i suoi a incoraggiarla?

«Più che altro è stata un’idea: quella di comprare la casa che loro non riuscivano a pagare. Da bambino gli sentivo dire che, forse, non avrebbero mai visto finire le rate del mutuo. Avevano davanti non so quanti anni… e io volevo tanto aiutarli. Se c’è un pensiero che mi ha spinto a non mollare la gavetta di attore, nei momenti più duri, è stato proprio quello. Poter comprare quella casa mi ha regalato una soddisfazione enorme».

Visto il suo successo, ora potrebbe perfino ritirarsi dalle scene.

«No, perché amo troppo il cinema e ci sono altre persone a cui pensare. Non solo mia moglie e i miei figli, ma amici e parenti… oltre all’associazione che aiuta bambini in difficoltà, di cui i miei stessi genitori sono stati volontari per anni».

Che cosa desidera per i suoi figli?

«Sarà ovvio, ma innanzitutto voglio dar loro l’amore e il sostegno che i miei hanno dato a me. E penso sia importante che viaggino e vedano il mondo, perché ho capito sulla mia pelle quanto sia formativo non stare chiusi in una bolla. Così li portiamo in Spagna, Paese natale di Elsa: imparano lo spagnolo, vedono un altro modo di vivere».

E per Elsa, che cosa farebbe?

«Vorrei imparare a cavalcare. Lei ci va da quando era bambina, è la sua grande passione. Potremmo farlo insieme e magari trasformare l’hobby in un’attività…».

di Bruce Lester