Antonino Cannavacciuolo: «Il mio segreto? Mi sporco le mani»

08 gennaio 2020

Stracompetente ma senza spocchia, Antonino Cannavacciuolo, nel team dei giudici di Master Chef edizione 9, si racconta a Tu Style

Morto un talent… se ne fa un altro. Dopo Antonino Chef Academy, Antonino Cannavacciuolo (44 anni) è tornato a MasterChef Italia, tutti i giovedì sempre su Sky Uno. «Scrivilo: è l’edizione in cui mi sono divertito di più». Fatto. Adesso, fuori le novità.

MasterChef Italia edizione 9: che cosa cambia?
«Ci sono nuove prove e una nuova linea di cucina. Ma la vera novità è la preparazione dei concorrenti. I primi anni, dicevo roner e mi chiedevano: “Cos’è?”. Oggi sono loro a suggerire l’uso di certi macchinari».

Sono stati show come questo ad avvicinare la gente alla cucina?
«Hanno favorito il ritorno del gusto. Per anni si è pensato alla velocità e alla quantità, nella distribuzione del cibo, non al sapore. Ora si sta attenti alla provenienza degli ingredienti. E anche l’elettricista o il meccanico s’iscrivono a corsi di cucina o di sommelier. L’importante è non sentirsi subito dei professionisti: non basta mettersi un camice per diventare dentista».

Il mondo della cucina, oltre che fuori, è cambiato “da dentro”?
«Con Internet va tutto più veloce. Un tempo le novità duravano più a lungo. Per scoprire la cucina di uno chef dovevi viaggiare, scoprire materie prime sconosciute. Ora t’inventi un piatto e dopo sei mesi ha già stancato. È più difficile, ma anche più stimolante. Non puoi dire “ho creato” e fermarti. Devi aggiornarti sempre».

Tra le cose che ci ha insegnato MasterChef, è che tra cuochi c’è grande solidarietà.
«È così. Tra noi c’è una bella amicizia perché siamo professionisti. Tutti sappiamo che il cibo è un’esperienza personale: dai a due chef gli stessi ingredienti per fare uno spaghetto al pomodoro, e verranno fuori due piatti totalmente diversi».

Il piatto a cui non potresti rinunciare?
«Qualsiasi piatto buono. Pure un toast. Mi sono stancato dei sapori deboli. Non dobbiamo mangiare per mangiare».

Il piatto che invidi a un collega?
«Invidio chi ha creato la pizza. È un’invenzione mondiale, mette d’accordo tutti».

Come te. Sei il giudice-pizza: a nessuno sta antipatico Cannavacciuolo.
«Il fatto di avere tanti “tifosi”, dai bambini agli anziani, m’ha fatto riflettere. Forse è perché io sono quello che si sporca le mani. Non ho l’arroganza di dire “fai”, e poi stare a guardare. L’esempio è il più grande insegnamento».

Sei anche un sex symbol…
«Questo lo dovete dire voi (ride). Però mi fa piacere».

Anche a tua moglie?
«È una donna intelligente, non va dietro a queste cose. Abbiamo un percorso di vita e lavoro insieme. E, quando ci sono obiettivi comuni, è difficile cadere».

Di Mattia Carzaniga