Maledetto Modigliani

Gli amori intensi, la passione dell’arte: al cinema la vita tormentata di Modigliani

11 ottobre 2020

Approda nelle nostre sale dal 12 al 14 ottobre Maledetto Modigliani, docufilm su un artista incompreso. Oggi tra i maestri indiscussi del Novecento

 

100 anni fa nasceva a Livorno Amedeo Modigliani, quarto figlio di una famiglia di origini ebraiche in difficoltà economiche. Artista d’avanguardia, divenuto celebre in tutto il mondo per i suoi sensuali nudi femminili che lo consacreranno tra i maggiori esponenti di primo Novecento, visse in povertà perché non riconosciuto dai suoi contemporanei. Ora un film racconta il suo percorso, intrecciando la sua evoluzione artistica alle vicende private. Arriva al cinema, dal 12 al 14 ottobre, Maledetto Modigliani, diretto da Valeria Parisi e scritto con Arianna Marelli su soggetto di Didi Gnocchi. Fa parte della serie La Grande Arte al Cinema, un progetto esclusivo di Nexo Digital.

Il docufilm si sviluppa intorno a una narrazione originale, fatta dal punto di vista di Jeanne Hébuterne. Lei è l’ultima giovane e innamoratissima compagna del pittore, incontrata nel 2017. Allieva dell’Academie Colarossi, è anche la protagonista di molti quadri di Modigliani, che ricambia la passione della diciannovenne.

Subito decidono infatti di andare a vivere insieme a Montparnasse, Nel quartiere parigino aveva sede un atelier preso in affitto per la coppia da Léopold Zborowsky, poeta polacco in esilio. Nel 2018 Jeanne metterà al mondo Giovanna, la loro bambina. La convivenza durerà poco perché Modigliani morirà il 24 gennaio 1920. Lei, incinta di otto mesi del loro secondo figlio, si suicida il giorno dopo, gettandosi dal quinto piano.

L’incipit di Maledetto Modigliani è la lettura di Jeanne di un passo dai Canti di Maldoror, un poema epico in prosa, scritto nel 1869 da Isidore Ducasse. Si trattava di un libro che l’artista teneva sempre con sé. Poi il racconto prosegue, arricchito dalle immagini delle opere esposte in due mostre. Si tratta di “Modigliani – Picasso. The Primitivist Revolution” in esposizione all’Albertina di Vienna e “Modigliani e l’avventura di Montparnasse” al Museo della Città di Livorno.

I ritratti delle donne amate, volti stilizzati e colli di cigno

La regia si muove con sapienza tra le riprese delle città di ieri e di oggi, dove Modì, come fu soprannominato, ha vissuto. Da Livorno, infatti, va a Firenze, poi a Venezia, per stabilirsi infine a Parigi. Nella capitale francese nasce la leggenda dell’artista tormentato. È il 1906, Modigliani ha 21 anni. Vive per l’arte, è povero ma mosso da un entusiasmo e un’energia che gli permettono di portare a termine un dipinto in poche ore.

Per un periodo si dedica anche alla scultura, presto abbandonata per darsi completamente alla pittura. Principalmente nudi e ritratti. Realizza disegni, acquerelli. Ma il giorno dell’inaugurazione della prima esposizione personale, la Galleria Berthe Weill verrà chiusa per oltraggio al pudore. In seguito i suoi quadri saranno accanto a quelli di Matisse e di Picasso in una collettiva di opere della pittura giovane a Parigi.

Ama le donne, dalla poetessa russa, la ventenne Anna Achmatova, alla giornalista e femminista inglese Beatrice Hastings, fino a Jeanne. I loro volti, più volte raffigurati, cariatidi o ritratti, diventano icone della sua arte. «Non sapevo che mi avresti regalato un collo di cigno», racconta Jeanne.

Maledetto Modigliani: un excursus sulla sua arte

Numerosi gli interventi che rendono Maledetto Modigliani un excursus completo dal punto di vista dell’arte. Raccontano Modì, tra gli altri, Marc Restellini, storico dell’arte e studioso dell’artista e l’esperta di esperta di letteratura modernista inglese Ann L. Ardis, docente alla George Mason University.

Non manca l’originalissimo intervento di Pier Francesco Ferrucci. Oggi è il direttore Unità di Bioterapia dei Tumori dello IEO. Ma da studente era stato tra gli autori della famosa “beffa delle teste” del 1984 a Livorno. Al quale si aggiunge la testimonianza del l’artista John Myatt. Grazie al suo talento per l’imitazione, Myatt insieme al complice John Drewe, tra il 1986 e il 1995 ha falsificato e collocato sul mercato 200 opere di maestri moderni. E ancora il collezionista Gérard Netter, l’artista Jan Olsson, la curatrice del Musée Picasso Paris Emilia Philippot, il regista, sceneggiatore e produttore cinematografico Paolo Virzì.

La colonna sonora è composta da musiche originali di Maximilien Zaganelli e di Dmitry Myachin. E sui titoli di coda il brano Fino all’ultimo minuto di Piero Ciampi, chansonnier livornese a Parigi, morto anch’egli giovane.

Di Cinzia Cinque