05 febbraio 2019

Sanremo 2019: sono solo canzonette

Si scaldano i motori all’Ariston di Sanremo, il festival è alle porte, filtrano suggestioni e indiscrezioni su chi trionferà. C’era anche Tu Style al preascolto dei brani in gara: ecco quello che ci ha emozionato. E le nostre piccole previsioni

Claudio Baglioni, gran cerimoniere dell’Ariston, delle 24 canzoni in gara dice: «Abbiamo cercato la bizzarria, la vitalità, la sincerità e la verità». Confermiamo: abbiamo ascoltato in anteprima i pezzi che si sfideranno dal 5 al 9 febbraio, e ci abbiamo trovato esperimenti sonori, facce e nomi da scoprire, una virata young & fun. Proprio per questo azzeccare chi trionferà alla 69esima edizione della kermesse canora è impresa ardua.

C’è l’incognita dell’esibizione dal vivo, la variabile talent, da Federica Carta e Shade (Senza farlo apposta) al vincitore di Sanremo Giovani Einar (Parole nuove). E poi c’è la possibilità che il tema dell’amore venga tallonato dalle canzoni impegnate: Daniele Silvestri è un pugno nello stomaco con Argento vivo, feat. Rancore (“Ho sedici anni, ma è già da più di dieci che vivo in un carcere”). Motta fa pensare ai migranti con Dov’è l’Italia (“Mi sono perso anch’io”).

Gli Zen Circus cantano i porti chiusi ne L’amore è una dittatura. Poi ci sono gli outsider, quelli che gli daresti subito il premio del coraggio. Come Achille Lauro, trapper romano che canta a squarciagola in Rolls Royce: “Voglio una vita così, voglio una fine così” (l’omaggio al Blasco esalta la sala stampa). Una ventata di freschezza che fa il pari con la ritrovata allegria di Arisa: la sua Mi sento bene è una trascinante sigla tivù degli anni 80.
 

Il sentimento a Sanremo è per la famiglia: Renga porta Aspetto che torni (il tema è la perdita della madre); Paola Turci canta L’ultimo ostacolo (e pensa al padre), Enrico Nigiotti fa bingo con Nonno Hollywood (“Si parla più l’inglese dei dialetti nostri”).

Melodico l’amore ritrovato di Anna Tatangelo: nel duetto del venerdì canta con Syria ma se arrivasse Gigi D’Alessio con l’anello verrebbe giù il teatro. Bene Ultimo con I tuoi particolari (per molti è il vincitore), rockeggiante Loredana Bertè con Cosa ti aspetti da me (scritta da Gaetano Curreri), elettropop Nek che proclama Mi farò trovare pronto, super easy i Boomdabash con il reggaeton estivo Per un milione.

Mahmood incanta con Soldi, il pezzo più contemporaneo (per Sanremo), in cui si sente la mano di Charlie Charles, produttore di Ghali e Sfera Ebbasta. Raffinato Ghemon con Rose Viola (lo capiranno?), rischia Irama con La ragazza col cuore di latta, in cui affronta il tema della violenza domestica.

Infine i duetti: Patty Pravo cerca lo sprint con Briga in Un po’ come la vita; Nino D’Angelo si tira a lucido in Un’altra luce (con lui c’è Livio Cori, napoletano bravo e bello). La Musica che resta è quella de Il Volo (all’estero sarà un successo), dei Negrita e degli Ex Otago (tutto già sentito), e di Simone Cristicchi, con una lettera che bisogna riascoltare.

Se dovessimo azzardare il podio che ci piace, ci sarebbero Mamhood, Achille Lauro e Ghemon (in ordine sparso e in ex aequo con Arisa). Il sentore è che, votando anche il pubblico della Rai, più affezionato di noi al bel canto, trionferanno Il Volo, Renga e Tatangelo. Ma almeno sul premio della critica a Silvestri, potremmo essere tutti d’accordo?

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Rachele De Cata