31 luglio 2019

Un Brad Pitt spaziale alla Mostra del cinema di Venezia

Coppola di giorno, smoking la sera, casco da astronauta sul grande schermo. E spaziale più che mai, in ogni veste e versione. Brad Pitt è alla Mostra del cinema di Venezia con un film di cui è protagonista e produttore: Ad Astra di James Gray, nei cinema dal 3 ottobre, è la fantascientifica storia di un uomo mandato nello spazio a cercare il padre che credeva morto anni prima, in un’altra missione da astronauta, e poi sorprendentemente rimasto in vita da qualche parte nell’universo e diventato una minaccia per il pianeta intero. Inutile dire che la rivelazione smuove interrogativi, ricordi ed emozioni del protagonista.

«È un film che dice molto su noi uomini, su chi siamo, sui nostri obiettivi esistenziali» ha raccontato il 55enne attore e produttore, che regge gran parte della storia sulle sue spalle e sul volto in primo piano. «Conosco il regista James Gray da molti anni, siamo grandi amici, abbiamo lavorato moltissimo per costruire questo personaggio esplorando le nostre esperienze più intime per renderlo credibile. Abbiamo lavorato molto anche sulla nostra idea di mascolinità: siamo entrambi cresciuti con un modello di maschio forte, che non deve mostrare debolezze ed emozioni, e abbiamo voluto invece metterlo in discussione. Per me è una conquista poter esprimere la vulnerabilità».

Bravissimo a schivare ogni domanda sulla sua fama di sex symbol o sul desiderio di vincere un Oscar, e bravo anche a scherzare su questa sua abilità («sono stato bravo a schivare questa, vero?» ride), Pitt racconta di essere molto felice del risultato del film, visivamente potente, ma di non immaginarsi a suo agio in un mestiere che comporta tanta solitudine: «Non vivrei bene se facessi un mestiere che mi costringe a stare al chiuso e lontano per mesi dagli affetti. Più sto nella natura, meglio se con gli amici, e più sono felice».

V.V.