26 gennaio 2016

Speciale libri nella Giornata della memoria: 7 storie per non dimenticare l’orrore

Una mattina di ottobre, di Virginia Baily (editrice Nord, € 16,90). Il 16 ottobre del 1943 Chiara Ravello sbuca in una piazza del ghetto ebraico di Roma e vede un camion sul quale sono ammassate diverse persone. Tra loro nota una madre seduta accanto al figlio. Le due donne non si scambiano una parola, basta lo sguardo. Chiara capisce e, all’improvviso, incurante del pericolo, inizia a gridare che quel bambino è suo nipote. Con grande sorpresa generale i soldati fanno scendere il piccolo e mettono in moto il camion lasciandoli soli, mano nella mano. Sono passati 30 anni dal rastrellamento e Chiara conduce un’esistenza serena. Abita in centro, ha un lavoro che ama, è circondata da affetti sinceri. Tuttavia su di lei grava il peso del rimpianto per Daniele, il bambino che ha cresciuto e che, una volta adulto, è svanito nel nulla, spezzandole il cuore. Ma quando si presenta alla sua porta una ragazza che sostiene di essere la figlia di Daniele, per Chiara arriva il momento di fare i conti con gli errori commessi, le scelte sbagliate, i segreti troppo a lungo taciuti.

La sarta di Dachau, di Mary Chamberlain (Garzanti, € 16,90). Londra, 1939. Ada Vaughan non ha ancora compiuto 18 anni, ha da poco cominciato a lavorare in una sartoria in Dover Street e sogna di diventare una sarta famosa, aprire una casa di moda e realizzare abiti per le donne più eleganti della sua città. Un viaggio imprevisto a Parigi le fa toccare con mano i confini del suo sogno: stoffe preziose, tagli raffinati, ricami dorati. Ma la guerra allunga la sua ombra senza pietà e Ada rimane intrappolata in Francia, senza la possibilità di tornare a casa. Senza soldi e senza un rifugio, viene catturata dai nazisti e deportata nel campo di concentramento di Dachau. L’unica cosa che la tiene in vita è la sua abilità con ago e filo, che le permette di lavorare per la moglie del comandante del campo. Gli abiti cuciti nei lunghi anni di prigionia sono sempre più ricercati, nonostante le ristrettezze, tanto che la sua fama travalica le mura di Dachau e arriva fino alle più alte gerarchie naziste. Le viene commissionato un abito che dovrà essere il più bello: un vestito da sera nero, con una rosa rossa. Quello che Ada non sa, è che sta creando l’abito da sposa di Eva Braun, l’amante del Führer.

Eravamo ebrei – questa era la nostra unica colpa, Alberto Mieli e Ester Mieli (Marsilio, € 15,50). Alberto Mieli dopo 70 anni racconta alla nipote Ester la sua infernale esperienza da deportato nel campo di concentramento di Auschwitz. “Non c’è ora del giorno o della notte in cui la mia mente non vada a ripensare alla vita nei campi, a quello che i miei occhi sono stati costretti a vedere”. Ricorda la vita in una Roma nazifascista, le leggi razziali e il giorno in cui è stato portato via dalle SS, dopo il tragico 16 ottobre 1943. Rivive, con le lacrime agli occhi, l’arrivo nei campi, l’odore acre dei corpi che bruciavano nei forni crematori. Parla del lavoro stremante, dei morti ammassati gli uni sugli altri, della stanchezza e della fame. “Ad Auschwitz ho visto l’apice della cattiveria umana”. L’autore ridisegna volti di gente incontrata e persa, spiega come sia riuscito a sopravvivere con una doppia cicatrice: una alla gamba, causata da una granata lanciata dagli Alleati, e una – più grande e incancellabile – nel cuore.

Sirius, il fox terrier che (quasi) cambiò la storia, Jonathan Crown (Mondadori, € 19). Siamo nel 1938. A Berlino c’è una famiglia sgangherata e originale, i Liliencron. Il professor Carl è un biologo di chiara fama, si occupa di microscopia. La bellezza di sua moglie Rahel è sempre stata un argomento di conversazione in città e per questo lei ha sposato l’uomo “che guarda solo l’invisibile”. Hanno due figli: George, che sogna di fare il medico, ed Else, che suona il pianoforte e attende il grande amore. Con loro c’è Levi: un fox terrier dalle doti straordinarie, un buon cane ebreo dal nome ebreo. Il nazismo è alle porte e il destino dell’estrosa famiglia volge al peggio. Perfino Levi è costretto a cambiare nome: diventa Sirius, stella luminosa nella notte che avanza. Sirius che, sbarcato in America, grazie all’intuito di Jack Warner diventa Hercules, la star dell’era dorata di Hollywood. Sirius che, trascinato da una serie di rocamboleschi eventi, si ritrova di nuovo a Berlino in piena guerra con il nome di Hansi, finendo per diventare il cane prediletto dal Führer, custode di tutti i suoi segreti.

Il tesoro del signor Isakowitz, Danny Wattin (Bompiani, € 18) “È una bella sensazione. Che noi tre insieme, tre uomini in un’automobile, stiamo viaggiando a ritroso verso le nostre origini, in un tentativo di riprenderci quello che è nostro. Effettivamente è proprio una splendida giornata per cominciare un viaggio”. Se si possiede un tesoro, bisogna andare a ritrovarlo, sostiene Leo, 7 anni. È così che inizia un viaggio che nessuno dei protagonisti potrà mai dimenticare. Leo, suo padre Danny e suo nonno, tre generazioni di uomini, si ritrovano in un roadmovie avventuroso e divertente su una vecchia auto, con un atlante stradale non aggiornato, una modica provvista di pane e burro, alla ricerca del tesoro del bisnonno di Leo: Hermann Isakowitz. Secondo una leggenda di famiglia, infatti, lo stesso Hermann Isakowitz avrebbe sotterrato questo tesoro prima che la Polonia venisse invasa dai tedeschi e che lui fosse ucciso dai nazisti. Così i tre Wattin, nipotino, padre e nonno, si gettano a capofitto in questo viaggio che è anche la storia della loro famiglia.

Scorpion Dance, Shifra Horn (Fazi, € 17,50). La storia di Orion, che ha perso il padre durante la Guerra dei Sei Giorni e viene cresciuto da due donne nel quartiere di Old Katamon, è un viaggio intenso tra i suoni, i colori, i profumi e le ferite di Gerusalemme, che dall’Olocausto arriva fino ai nostri giorni. Orion porta sulle spalle il peso anche il dolore per l’abbandono della madre che, rimasta vedova troppo giovane, vola in Australia per risposarsi, e soprattutto il ricordo di Johanna, la nonna tedesca che parla un pessimo ebraico e odia la Germania. Quando il giovane incontrerà una cantante d’opera berlinese con cui vivrà un’appassionata storia d’amore, si troverà a fare i conti con la propria individualità, con il passato del popolo ebraico e con l’ultimo, essenziale, segreto di Johanna. Come nella danza dello scorpione, questo romanzo, complici un sottile realismo e un lirismo sofisticato, si riavvolge in continui movimenti tra passato e presente, e ci accompagna attraverso la lotta per la sopravvivenza dei tre protagonisti, sempre in bilico tra il desiderio di ricordare e la necessità di dimenticare.

La porta di Anne, di Guia Risari (Mondadori, € 16). Agosto 1944. Alle prime luci dell’alba, tra le vie di Amsterdam c’è una casa in cui tutti sognano. Peter sogna verdi colline da attraversare a cavallo. Auguste sogna una pelliccia. Otto sogna navi capaci di solcare ogni oceano. Margot sogna di nuotare in piscina. Fritz sogna la donna che ama. Edith sogna di tornare bambina. Hermann sogna di camminare in un prato. Anne sogna di diventare una scrittrice. Ma il sogno più grande, per tutti loro, è la libertà: rintanati in un nascondiglio da oltre 2 anni per sfuggire alle persecuzioni contro gli ebrei, aspettano che gli Alleati cancellino dall’Olanda e dal mondo l’incubo del nazismo. E in questa storia c’è anche il sogno del sottufficiale delle SS Karl Josef Silberbauer: lui vuole catturare 8 persone nascoste in un vecchio edificio. E quel mattino, purtroppo, il sogno diventa realtà. Guia Risari ci offre per la prima volta un punto di vista inedito sulla vita di Anne Frank e degli occupanti dell’Alloggio segreto, nelle ore prima dell’arresto.

Eleonora Molisani