Paolo Pizzato torna il libreria con il terzo romanzo: Ripaferdine, storie di cortile

20 ottobre 2017

Dopo Quella solitudine immensa di amarti solo io e La logica del mammifero lo scrittore milanese torna in libreria con Ripaferdine, storie di cortile (Giraldi, € 12,50), epopea dei vinti ambientata nella Milano degli anni 60.

 

Memorie di un ingegnere edile del Comune di Milano. Il nuovo romanzo di Paolo Pizzato parte dalle periferie milanesi degli anni 60, dal ricordo dell’infanzia trascorsa in quei cortili apparentemente ostili ma pieni di voci, presenze familiari, cattivi maestri e grandi lezioni di vita. Un esercito di vinti che, nei casermoni popolari che circondano i navigli, si barcamena tra vittorie e sconfitte, tra inferno e paradiso quotidiano.

“E per prima cosa Emilio racconta del padre. Di quell’uomo privo tanto della forza di amarlo quanto del coraggio di odiarlo, che ogni mattina, mentre lui si prepara per la scuola, si rifugia al bar a sorseggiare grappa. D’inverno è l’alibi del freddo, dell’aria gelida che taglia la faccia ad allontanare disagi e oscuri sensi di colpa; d’estate non gli rimane altra giustificazione che l’abitudine, l’intoccabile ritualità della maschia chiacchiera conviviale spruzzata d’alcol. L’approdo, o forse il naufragio, è a pochi passi, al bar di Gregorio. Il suo vociare sicuro, aspro, riempie il locale come fumo; le sue risa, le battute salaci, le sentenze gettate addosso ai pochi presenti – i volti impossibili da ricordare, disegnati da mani distratte, imprecisi, fragili come castelli di carte, come torri di sabbia – somigliano a grida di rabbia malamente travestite. A grida di rabbia e impotenza.”

Per Pizzato il quartiere diventa il luogo in cui si forma l’identità personale e quella di un’intera generazione. Ragazzi diventati uomini in una Milano in divenire, pronta per il grande salto da città a metropoli, che – come in tutti i romanzi dell’autore – rivendica un posto tra i protagonisti di questo romanzo corale.

“I giorni d’estate. Per noi ragazzi si consumavano in interminabili sfide a calcetto. Il nostro campo da gioco era un cortile ingombro di macchine. Il rettangolo irregolare di spazio che divideva i cinque palazzoni popolari nei quali abitavamo: due su un lato lungo, un terzo a fronteggiarli e i restanti due ai due lati. La gente della zona passava, noi la guardavamo. Giorno dopo giorno la imparavamo. Imparavamo le persone.”

Dopo Quella solitudine immensa di amarti solo io (Priamo e Meligrana), in cui narra di un uomo e una donna alle prese con la prima esperienza di genitorialità, e La logica del mammifero (Prospero), storia di una madre e la difficoltà di crescere un figlio da sola, Pizzato dà voce agli “ultimi” con le storie minime, commoventi e illuminanti, di Ripaferdine in libreria dal 16 ottobre. Con lo sguardo onesto e appassionato di chi ama addentrarsi nelle pieghe della vita vera e la partecipazione emotiva che contraddistingue la sua prosa, sempre pulsante di poesia delle piccole cose.

Eleonora Molisani @emolisani