Il nascondiglio della farfalla, di Ippolita Avalli, esplora il lato oscuro delle donne

25 February 2014

Sandra Kapsa, protagonista del thriller Il nascondiglio della farfalla, di Ippolita Avalli (pagg. 220,€ 16, e-book € 4,99, Mondadori), è una psicanalista che si divide tra il suo studio medico e un Centro per donne maltrattate. Una mattina Betty, una paziente bella, fragile e senza famiglia, non si presenta all’appuntamento e scompare. Sandra decide di mettersi sulle sue tracce, spinta da antichi sensi di colpa, che la riportano – casualmente – in luoghi in cui ha vissuto traumi che l’hanno segnata per sempre. In quei posti non la aspettano solo le ferite del passato, ma anche nuove rivelazioni, che la mettono in serio pericolo di vita. Ippolita Avalli, scrittrice e sceneggiatrice, si cimenta per la prima volta in un thriller. Il risultato è un intrigante crescendo di sorprese e colpi di scena, fino alle ultime righe, in cui ci si accorge che il colpevole è davvero l’ultimo dei sospettati.

Lei ha scritto poesie, sceneggiature, romanzi e ora un thriller. Ha scelto il genere più difficile…
«Amo la letteratura da sempre, in tutte le sue forme. Mi piace spaziare, scrivere quello che a me piace leggere. Nel romanzo la fantasia può sbizzarrirsi mentre il giallo ha delle regole precise. Bisogna che tutto si componga come in un complesso puzzle. È stata una bella sfida e una delle cose che mi ha gratificato di più è che alcuni critici hanno paragonato il mio thriller a Il silenzio degli Innocenti di Thomas Harris.

Nel suo libro anche i personaggi apparentemente innocui rivelano un lato oscuro. Abbiamo tutti qualcosa di terribile e inconfessabile dentro di noi?
«Sì, non a caso la protagonista del giallo è una psicanalista. Gli psicanalisti sono dei traghettatori: il loro compito è portare allo scoperto il nostro inconscio. E quando il nostro lato oscuro e ancestrale non viene fuori in un lavoro su se stessi può deflagrare in situazioni limite che si presentano nella vita. Ecco, nei miei libri metto alla prova i miei personaggi, trattandoli come eroi che vengono continuamente messi alla prova dalla vita».

L’unico che aiuta Sandra Kapsa nella sua ricerca è il vicecommissario Paolo Rosato, con cui alla fine nasce anche qualcosa che va oltre il rapporto professionale. Ha pensato a un sequel?
«Sto già lavorando a un secondo volume che conterrà una sorpresa inaspettata per i lettori. E poi, visto che voglio continuare a esplorare i generi, sto sviluppando l’idea di una favola per adulti».

Di Eleonora Molisani