Oscar per il miglior film alla Grande Bellezza di Paolo Sorrentino. Ma un piccolo simbolico Oscar lo merita anche un’azienda italiana, la Unopiù, fondata nel 1978 a Soriano nel Cimino, un piccolo centro nel cuore della campagna della Tuscia, a 15 km da Viterbo, e oggi leader nel mercato dell’arredo outdoor. È firmata infatti Unopiù l’amaca Amanda, sulla quale si riposa dalle fatiche mondane Jep Gambardella.
Ma procediamo con ordine. La cosa è andata così: nel giugno 2012 la produzione del film scrisse a Maurizio Makovec, titolare della Unopiù, perché il regista Paolo Sorrentino amava l’amaca, prodotta nel lontano 1988, ma presto divenuto un oggetto di culto, e la desiderava per il suo film. Makovec decise di prestarne una per le riprese e – nonostante il momento difficile in cui versava l’azienda – di regalarne una a lui. Il fatto che una delle più belle foto di scena sia proprio quella con il protagonista, Toni Servillo, sdraiato su Amanda è la giusta ricompensa per una persona generosa, come Maurizio, e la conferma che l’avere uno sguardo lungo e aperto sul mondo, non ristretto solo sul proprio piccolo orticello, sia sempre premiato.
di Cinzia Cinque