Tre morti in Vaticano e un programma tivù, La giuria, che accende i riflettori sul caso. È la trama del libro I camaleonti (Piemme, € 14,50, ebook € 9,99) romanzo noir, ma molto divertente di Vladimiro Polchi, giornalista de la Repubblica e autore di alcuni programmi di Raitre, come quelli condotti da Corrado Augias e Concita De Gregorio (Le storie, I visionari, Pane quotidiano).
Valerio Brusco, il personaggio principale, è un autore televisivo. È un libro autobiografico?
«Sì e no, perché il programma a cui lavora il protagonista del libro è intrattenimento popolare, un genere che non ho mai frequentato, purtroppo. Però svela alcuni meccanismi della televisione che conosco bene: sono autore tv da 12 anni, conosco bene il mezzo. Alcuni personaggi del romanzo sono ispirati a persone che conosco davvero e che si sono riconosciute».
La tv nazionalpopolare non la diverte?
«Tutt’altro, mi piacerebbe molto provare a scrivere programmi più popolare. Il massimo per me sarebbe lavorare con Maria De Filippi: fa tre programmi che colpiscono praticamente tutti i target e quella è la tv che plasma il Paese, quella che incide di più».
Il fatto di cronaca che racconta invece è vero?
«È il caso Alois Estermann, Comandante del corpo delle Guardie Svizzera ucciso nel 1998 con sua moglie in Vaticano da un caporale che poi si tolse la vita. Ho seguito il triplice omicidio per motivi giornalistici e televisivi. Un delitto clamoroso a cui si trovò soluzione in poche ore. Curioso, no?».
di Elisabetta Sala