08 September 2014

Venezia 71: il “Piccione” che ha vinto il Leone (d’oro)

Sarà quel titolo così buffo o saranno le foto con attori dai volti sbiancati e stralunati, sta di fatto che che ha vinto il Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia incuriosisce tutti: A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence (Un piccione sedeva sul ramo riflettendo sull’esistenza) di Roy Andersson è quasi un mosaico di quadretti di vita quotidiana, tutti grotteschi e surreali, a cominciare dalla strana coppia di personaggi che ci accompagna da una situazione all’altra.

Sam e Jonathan sono due venditori ambulanti di denti da vampiro e maschere di carnevale, girano con una valigetta per venderli e dicono di voler aiutare la gente a divertirsi (ma con una faccia mogia che fa ridere di per sé). Sono come i Don Chisciotte e Sancho Panza dei nostri tempi, o forse di tutti i tempi. Perché il loro è un viaggio nel destino umano, tra vita e tragedia, scenette di famiglia e bevute al bar, sciocchezze e miserie, guerra e pace. Tutto ha un sapore burlesco, a cominciare dagli incontri con la morte, venati di uno humor nero e un’ironia che ricorda i film di Kaurismaki. Una scenetta fra tutte, la più surreale: un’anziana in fin di vita stringe a sé la sua borsetta piena di gioielli e, appena i figli cercano di strappargliela, strilla con tutte le sue forze.

Tra un “quadro” e l’altro del mosaico si compie una riflessione onirica e surreale sulla vita, la stessa che il piccione del titolo, probabilmente, osserva muto dal suo ramo. Il film è il terzo capitolo di una trilogia firmata da Roy Andersson, autore che forse solo critici e cinefili conoscono bene. A parte qualche film di inizio carriera, per 25 si è dedicato a spot pubblicitari e documentari politici o ambientali, per poi tornare ai lungometraggi solo nel 2000: quell’anno, con Canzoni del secondo piano vinse il Premio della Giuria a Cannes.

Nel 2007 realizza You, the Living, film vincitore del Nordic Council Film Prize e presentato a Cannes, altra commedia dai toni grotteschi.

di Valeria Vignale