L’Amore cattivo di Francesca Mazzucato è un viaggio. Dalla passione all’ossessione

28 July 2015

“Oltre il piacere, oltre il costume, oltre il corpo. Volevo entrare nelle viscere del lettore”. Con il romanzo L’Amore Cattivo (Giraldi Editore, pagg. 200; € 12,50) Francesca Mazzucato non lascia nulla all’immaginazione. Osa, sapendo che la linea di confine tra la narrativa e la morale è molto sottile, soprattutto in un Paese in cui la violenza familiare uccide più della criminalità. Lo fa sapendo che tutti, a parole, siamo capaci di giudicare o di giurare che a noi non capiterebbe mai. Ma poi quando si passa ai fatti…

L’amore cattivo che ci racconta Francesca Mazzucato degenera in ossessione, perdita di controllo totale, sia per lei sia per lui. L’autrice racconta il codice della cattiveria “perché la cattiveria è alla base, è prima di ogni altra evoluzione, è tutto. È un sentimento universale che tutti abbiamo provato o subìto”. Il romanzo (con la prefazione della giornalista Camilla Ghedini) è un viaggio nella mente dei protagonisti, Nora e Alessandro, pubblicitaria di successo lei, professionista immobiliare lui. Ambientato a Milano, parte da un incontro casuale, in una libreria della stazione Centrale, e viaggia – veloce – sui binari della trepidazione, della speranza, del desiderio di amare ed essere amati in nome di una reciprocità di cui forse si potrebbe fare a meno, ma che la società ci indica come traguardo, felice stazione di arrivo.

Il sentimento dell’amore si snoda tra sogno adolescenziale, passione, possesso, rivendicazione, rassegnazione, malattia. Conduce il lettore nel disagio e nella disumanità, lo accompagna di pagina in pagina nei meandri dell’età adulta che deve darsi un “senso”: rinuncia o prevaricazione che sia.

L’autrice tenta di spiegare perché si possa arrivare a negare se stessi, in certi casi, piuttosto che a voler dominare l’altro. La risposta sembra arrivare dal passato: “che consente a un uomo, per esempio, di essere aggressivo e ossessivo nei confronti delle donne. O che vede la donna-bambina poco amata e gratificata da una madre dura e anaffettiva”. Alla fine Mazzucato non salva le vittime e non accusa i carnefici, perché se nella vita ci imbattiamo nell’amore cattivo è perché nell’età che dovrebbe essere dell’incanto qualche ingranaggio emotivo è saltato. E perché, in ogni caso: “si tratta di persone che si ‘sbriciolano’ in nome della felicità”.

Eleonora Molisani