Per il nuovo E poi c’è Cattelan, Alessandro Cattelan si è fatto dare la benedizione dal suo idolo, Jimmy Fallon, conduttore di un late di punta negli States. Si è montato la testa? «Ma no, sono uno di nicchia»
Viva l’understatement
Ogni volta che incontro Alessandro Cattelan, l’impressione è sempre la stessa: un ragazzo con cui ti sembra di aver interrotto la chiacchierata appena un attimo prima, davanti a una birra, tra un commento sull’ultima serie vista e il prossimo viaggio da organizzare. Ma il ragazzo, negli anni, è cresciuto, ha messo su famiglia (la moglie è la modella Ludovica Sauer, le figlie sono Nina, 7 anni,
e Olivia, 3), ed è diventato uno dei conduttori più amati della tivù. Lui glissa: «Resto uno di nicchia». Ma è difficile credergli oggi, tra X Factor (tornerà in autunno, sarà la nona volta per lui) ed EPCC, acronimo di E poi c’è Cattelan: alla settima stagione, è un format sempre più a sua immagine e somiglianza.
Quest’anno ti sei tolto uno sfizio: intervistare il tuo idolo Jimmy Fallon, conduttore di
un “late show” di culto.
«Sì. Mi sono seduto su una sedia che, televisivamente parlando, è la più importante d’America. Abbiamo portato a Jimmy le nostre idee e lui si è entusiasmato fino a commuovermi. È stato lui a voler postare sui social la foto scattata insieme. Oggi passo le giornate a controllare se mi segue ancora su Instagram!».
Come si mantiene l’equilibrio tra fan e conduttore imparziale?
«Non subisco la fama, e mi fa sempre effetto quando intervisto qualcuno che era già famoso quando io dovevo ancora iniziare. Penso: come cavolo è potuto succedere? Un esempio su tutti è Robbie Williams, l’idolo di tutte le mie compagne al liceo: ricordo i pianti che si sono fatte quando
ha mollato i Take That. Oggi con lui c’è un bel rapporto: incredibile!».
Sei sempre stato cauto, ma sbaglio o ultimamente ti esponi di più?
«Nel privato ho sempre avuto un’attrazione verso il politicamente scorretto, è ciò che mi fa ridere di più. Pubblicamente, ho fatto tutto per gradi. Se avessi sparato subito le mie opinioni, avrebbero pensato: ma chi te le ha chieste? Ora sento di aver acquisito una credibilità tale che posso espormi di più. Ma solo su temi che conosco: non parlerò mai di Tav o di Brexit, non ho gli strumenti adeguati».
Hai però risposto a un follower che ti criticava perché leggevi alle tue figlie un libro sulle famiglie arcobaleno.
«Lo rifarei. Penso che le coppie gay debbano avere gli stessi diritti di quelle etero. È giusto che chi
ha più visibilità dica la sua su questioni che sono, prima di tutto, di buon senso».
In tv giochi con la nostalgia per i miti della tua infanzia. Qual è, invece, il mondo che vivono le tue figlie?
«Le bambine ora sono in fissa coi Ghostbusters, visto che ho usato la loro auto nel programma. Se a Nina chiedi qual è il suo gruppo preferito, risponde i Beatles: guardiamo insieme una serie animata con degli animaletti che raccontano storie usando le loro canzoni. Perché le cose belle resteranno per sempre. Poi è giusto che, da bambine di oggi, abbiano i loro riferimenti, che io non capirò mai. Non chiedetemi di entrare nel mondo delle Lol Surprise!».
La paternità è diventata anche un tema di EPCC: il monologo di Valerio Mastandrea su quanto sia bello e insieme faticoso essere genitori è stato uno dei video più condivisi della scorsa stagione.
«Nel mio show metto tutto ciò che m’interessa e mi appassiona, quindi anche l’essere padre. Quando senti parlare di genitorialità, nessuno dice mai: “I figli sono una rottura di balle”. Perché lo sono! Anche se sono bellissimi e ti cambiano la vita in positivo. Ma non si può fingere che non siano totalmente, inesorabilmente dipendenti da te, fino a prosciugarti».
È diverso essere, oggi, un padre di figlie femmine?
«Credo di sì. Nina ormai si comporta da ragazza, parliamo un sacco, la domenica viene con me allo stadio. Olivia mi fa morire perché è buffa, scimmiotta la grande. Da papà, le figlie femmine ti responsabilizzano di più. E ti fanno capire meglio le donne».
A proposito di donne: l’anno scorso hai avuto ospite la top più desiderata del mondo, Emily Ratajkowski. Tua moglie Ludovica è stata gelosa?
«No! Intanto perché sapeva che è solo lavoro. E poi perché era chiaro che non avrei mai avuto nessuna chance. Lei, infatti, non mi ha mai seguito su Instagram!».
di Mattia Carzaniga