Nostalgia, nostalgia canaglia

11 July 2013

Dunque, è tutto vero. Il 17 e 18 ottobre, a Mosca, Al Bano festeggerà i suoi 70 anni con due concerti straordinari. Dove, di straordinario, c’è il fatto che, accanto a lui, assieme a Toto Cutugno, Pupo, Umberto Tozzi, i Matia Bazar e Antonella Ruggiero, a 18 anni dall’ultima esibizione, a 14 dalla separazione, ci sarà Romina Power. I due, insieme, canteranno Felicità e a me già spuntano i lacrimoni. No, non perché trovi quella canzone irresistibile, tutt’altro: le canzoni di Al Bano e Romina, come quelle dei Ricchi e Poveri, tuttalpiù suscitano simpatia ma non è che te le metti nell’iPod o le ascolti allo sfinimento. E’ che la cosa mi sembra terribilmente romantica, come rivedere per la milionesima volta l’addio di Robert Redford a Barbra Streisand in Come eravamo o quello di Clark Gable a Vivien Leigh in Via col vento: lo capisci che si amano ancora, che sono fatti l’uno per l’altra, ma niente, certi amori sono decisamente oltre, troppo anche per chi li vive.
E così questi due: lui, il contadino pugliese proud to be, tutto campagna, do di petto e buoni sentimenti, lei americana figlia di attori, un’altra cultura, un altro mondo.

Eppure si sono amati, tanto. Quattro figli, sguardi adoranti: e non lo facevano per strategia di marketing, per le copertine dei giornali. Quelle, tanto, arrivavano comunque. Qualche scappatella, e vabbè, poi la tragedia: la figlia Ylenia scomparsa a New Orleans, morta, fuggita, nessuno l’ha mai saputo con certezza. Romina non vuole darsi pace, Al Bano cerca razionalmente di farsene una ragione, la villa di Cellino non contiene quel dolore, l’amore si piega. Si allontanano, divorziano, litigano. Lui prova a consolarsi con una biondina che cerca notorietà e gli dà altri due figli, ma non funziona. Perché lui è Clark Gable, mica può vivere per sempre con una Barbie, per lui ci vuole una tosta come Vivien Leigh. O come Romina. Lei, quando ha saputo che Al Bano l’avrebbe voluta con sé per questo concerto, non si è sprecata in dichiarazioni: “Perché no? E’ il padre dei miei figli”. Stop.

Forse non canteranno quella canzone mano nella mano come facevano tanti anni fa, forse litigheranno dietro le quinte per il cachet di lei, ma chissenefrega: io invidio quei russi che assisteranno alla storica réunion. Per la musica? Macché. Perché penso che l’amore è sempre lo spettacolo più bello. Anche quando ti devi rassegnare a chiamarlo affetto.

di Elisabetta Sala