08 February 2016

“Marie Heurtin dal buio alla luce”, un film sul potere delle parole

Basta guardare il trailer del film Marie Heurtin dal buio alla luce, di Jean Pierre Ameris, per capire che offre una grande possibilità allo spettatore: quella di uscire dalla sala con la voglia di essere migliori. Il film, interpretato da Isabelle Carrè, Brigitte Catillon e Ariana Rivoire e distribuito dalla Mediterranea Productions di Angelo Bassi, uscirà nelle sale giovedì 3 marzo. La pellicola è il racconto di un passaggio da un mondo senza suoni e senza immagini a un universo di parole che colorano e danno un senso a quello stesso mondo.

 

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La protagonista è appunto Marie Heurtin, nata nel 1885 in una casa di contadini in mezzo alla meravigliosa campagna francese: nata sorda e cieca, Marie vivrà fino a 10 anni in uno stato di primitiva libertà, ma limitata dal buio delle sue incapacità. I genitori la amano incondizionatamente, ma quest’amore non è sufficiente a far crescere una bambina con tali difficoltà, che, per questo motivo, viene portata nel convento delle suore di Larnay. Il primo incontro è turbolento, la bimba percepisce l’imminente distacco dal suo affezionato padre e in preda al panico si rifugia sopra un albero. Solo la coraggiosa Marguerite si avvicina con cautela alla creatura impaurita, per decidere subito di dedicarsi a lei con amore e fiducia, combattendo anche contro l’opposizione della suora madre superiore.

Inizia così la missione di Marguerite che sceglie di illuminare con il sapere l’oscurità del mondo da cui Marie non è mai potuta uscire. Marie le è ostile, ma Marguerite non si arrende e piano piano le insegnerà che per ogni cosa esiste un nome attraverso il quale le persone possono comunicare, le insegnerà così a diventare parte di una collettività, dove vivrà le gioie degli affetti e i dolori delle perdite. Un film riflessivo che ci ricorda quanto spesso diamo per scontato l’importanza delle parole che non sono solo suoni ma sono anelli di una catena che ci lega gli uni con gli altri. Ed è solo attraverso di esse che si crea la relazione.

Cinzia Cinque