Vanessa Diffenbaugh, autrice del bestseller internazionale Il linguaggio segreto dei fiori (2011), torna con Le ali della vita (Garzanti, pagg. 336, € 18,60; e-book € 9,99), romanzo sulla forza dirompente dell’amore, e del disamore, tra genitori e figli.
Letty, adolescente irrequieta, passa da un amore all’altro e a soli 15 anni diventa madre di Alex. Poi arriva Luna, i padri dei due bambini si volatilizzano uno dopo l’altro e lei si ritrova sola. Per fortuna ci sono Maria Elena ed Enrique, suoi genitori e unici punti di riferimento, che dopo aver cresciuto i due figli al suo posto per 15 anni, decidono di tornare nella terra d’origine, lasciando alla figlia la responsabilità della sua vita adulta. Ma Letty pensa di non essere un buon genitore per Alex e Luna, e li abbandona, fuggendo da Los Angeles verso il Messico.
«Le ali della vita è un romanzo sull’imperfezione delle famiglie, sugli equilibri fragili tra figli e genitori e sulla forza dell’amore, che alla fine ricompone tutto», ci spiega l’autrice davanti a una tazza di thè, circondata dal profumo dei fiori, al Fioriaio Bianchi Café di Milano.
Nel romanzo, più che con la fuggiasca Letty, il lettore empatizza con suo figlio Alex, quindicenne costretto a occuparsi anche della sorellina Luna di 6 anni, dopo la fuga della madre…
«Sì, tutti mi dicono che il personaggio di Alex è forse quello più riuscito. Io non me sono resa conto, perché me lo sono visto nascere e crescere in pagina in modo spontaneo e naturale. Forse il motivo è che ho due figli adottivi adolescenti come Alex e due figli naturali dell’eta di Luna. In pratica le logiche di quelle due età ce le ho tutto il giorno sotto gli occhi».
Alla fine l’inquieta Letty si salva grazie all’amore dei suoi figli. Nei suoi romanzi l’amore è la panacea da tutti i mali. Ci crede davvero?
«È così, per me l’amore trionfa sempre. Insieme Letty e i suoi due figli ce la faranno, perché il loro legame è più forte di qualsiasi difficoltà. E lei imparerà soprattutto grazie ad Alex che ogni ferita si può curare con l’amore, e che dopo la guarigione si può ricominciare anche a volare alto».
Nel suo primo romanzo i fiori regalano forza e coraggio ai protagonisti e in questo sono gli uccelli che segnano la rotta da seguire. Quanto incide la natura sulla vita degli uomini?
«Nella mia moltissimo. Vivo circondata dalla natura e non potrei farne a meno. Alex, grazie alla sua passione per lo studio delle rotte migratorie degli uccelli, impara che non importa quanto una persona voli lontano, c’è sempre un modo per farla tornare a casa».
Nel suo libro si parla, tra l’altro, di educazione scolastica e di immigrazione (i protagonisti hanno origini messicane). È un caso che abbia affrontato questi temi?
«No. Da anni lavoro nel sociale e all’inizio volevo scrivere un libro su alcune tematiche che mi premono molto, come il sistema educativo statunitense, che purtroppo privilegia i cittadini di razza bianca e i più abbienti, e sul tema delle nuove generazioni di immigrati, delle difficoltà che ancora devono sopportare. Poi ho pensato che sarebbe stato pesante oltre che molto impegnativo, e ho inserito tutto in un racconto. Così sono riuscita a parlare di problemi importanti in modo soft. E spero che sia comunque un modo per sensibilizzare chi legge su temi ancora aperti nella civile America».
Eleonora Molisani