Il re della neve, 6 racconti intimi nell’esordio di Angelo Filograsso

25 March 2017

Il re della neve, di Angelo Filograsso (L’erudita, € 13) è una raccolta di sei racconti che l’autore definisce: “La cronaca delle sconfitte di un uomo”. Con uno stile che scava, usando chirurgicamente il potere delle parole, lo scrittore pescarese racconta la verità fredda dei sentimenti e delle cose, rifiutando ogni morale consolatoria.

A cosa ti sei ispirato per scrivere i tuoi racconti?
«Crescere, maturare, diventare adulti: odiamo talmente tanto lo scarto tra quello che abbiamo sognato da bambini e quello che poi riusciamo effettivamente a realizzare e a vivere, che persino a parole cerchiamo di esorcizzare questa disillusione. Io per molto tempo ho amato moltissimo le mie illusioni. Si sono battute per me con coraggio e abnegazione, e in definitiva è solo grazie al loro sacrificio se ho potuto nutrire così a lungo la convinzione che ogni cosa rispondesse a un disegno, al centro del quale c’ero io, e nessun altro. Ero convinto che ogni evento della mia esistenza, per quanto negativo e doloroso, avesse un senso e un valore, perché concorreva necessariamente alla realizzazione ultima della mia felicità».

Dopo che cosa è successo?
«La fantasia dell’infanzia, la coltre che mi faceva credere d’essere onnipotente, alla fine è caduta, ed è emersa la nuda verità. Ed ecco allora che ho cominciato a guardare in modo diverso il mio passato, a cominciare dalla presenza semidivina degli adulti al mio fianco, garanti infallibili e benigni del mondo di cui un giorno avrei ereditato il trono; l’amore, e la sua promessa da quattro soldi di fermare il tempo e sconfiggere la solitudine; la capacità delle mie speranze di trasformare il futuro in realtà. Ecco, questa raccolta di racconti è la cronaca delle mie sconfitte. E forse delle sconfitte di molti. Perché se da un lato c’è la vita che vorremmo vivere, dall’altra c’è, inesorabile, la vita com’è. Ci si può ripetere, come un mantra, che se anche fuori fa freddo noi siamo “i re della neve”, ma serve fino a un certo punto, perché intanto fuori la neve continua a cadere».

Qual è la storia che più di altre la rappresenta come autore?
«Il re della neve, il racconto che dà il titolo al libro, perché è per me la summa un po’ di tutto: la vita è un professore severo, non passerai mai l’esame se non superi lo scritto e l’orale. Però è anche un professore magnanimo, che ti dà sempre delle sessioni d’appello. Il protagonista ha la moglie in coma, la figlia che non gli parla più e non sa che cosa fare, se non rimbalzare da una parte all’altra, vittima di qualcosa che non credeva mai sarebbe successo, almeno non a lui, che da piccolo si sentiva il re della neve quando una notte nevicò sulla sua città, e da allora aveva sempre ottenuto tutto quello che aveva sperato, semplicemente desiderandolo».

Eleonora Molisani @emolisani