Intervista a Kate Morton, autrice di “I segreti della casa sul lago”

27 May 2016

In I segreti della casa sul lago (Sperling & Kupfer, € 19,90) di Kate Morton, nell’estate del 1933 la casa di campagna della famiglia Edevane è pronta per la festa del Solstizio, e Alice, sedicenne scrittrice in erba, è particolarmente elettrizzata. Non solo ha trovato il finale perfetto per il suo romanzo, ma ha anche un amore segreto e proibito. Ma quando arriva mezzanotte una tragedia colpisce la famiglia Edevane, che lascerà per sempre la casa di campagna tanto amata. Passano 70 anni e Sadie Sparrow, in vacanza forzata dalla Polizia, raggiunge il nonno in Cornovaglia, dove scopre una casa abbandonata e la storia di un bambino scomparso senza lasciare tracce. Per risolvere il mistero dovrà incontrare lunica testimone rimasta, una delle più famose scrittrici inglesi: Alice Edevane.

Le saghe familiari, misteri, drammi e passioni sono la sua forza. E anche questa volta tiene il lettore incollato alla pagina con Alice e Sadie, due donne dalla personalità forte e affascinante. A cosa si ispira per i personaggi e le suggestive ambientazioni?
«L’ispirazione la trovo ovunque, raccolgo idee tutti i giorni e le idee rimangono nel primo periodo solo nei miei pensieri e poi sul taccuino che porto sempre con me, proprio come fa Alice, la protagonista del romanzo. In questo romanzo l’idea del bambino scomparso (ndr. il fratellino di Alice) viene da una storia vera, invece la vecchia casa abbandonata deriva dalla mia voglia di giocare con il mistero. Infine la Cornovaglia, dove è ambientato il libro, è un luogo selvaggio e incantevole che mi affascina da sempre».

I suoi romanzi sono popolari in tutto il mondo. Quali sono gli elementi fondamentali per catturare i lettori?
«L’autenticità è un elemento fondamentale per tenere il lettore incollato alla pagina. Non inizio a scrivere finché non sento io per prima che l’ambientazione e i personaggi sembrino reali. Mi preoccupo molto della trama e della storia dei singoli protagonisti, curandone ogni dettaglio. Come scrittrice di mistery amo giocare e far partecipare il lettore a questo gioco, disseminando indizi che, capitolo dopo capitolo, portano a risolvere il mistero. Il lettore così si può dimenticare del mondo reale, e immergersi completamente nel mio mondo immaginario come se lo stesse vivendo in prima persona, scomprendo i segreti che si nascondono nella trama».

Uno dei temi ricorrenti nei suoi libri è l’importanza della memoria, del passato da riscoprire per vivere in maniera più consapevole il presente…
«Il nostro passato è sempre con noi: le nostre città, le case e le nostre famiglie portano con sé il passato di ciascuno di noi e quindi rimangono parte del nostro presente. Mi piace esplorare il confine tra passato e presente e i segreti che si nascondono tra le pieghe delle storie dei miei protagonisti».

Lei è australiana ma in Inghilterra ha studiato letteratura dell’età vittoriana. È da quei grandi maestri che trae spunto la sua narrativa?
«In realtà la passione per il mistery e il gothic nasce ancora prima del mio periodo inglese, durante gli studi in Australia, influenzata da alcuni importanti romanzi inglesi dell’età vittoriana, il mio periodo storico preferito per l’ampiezza dei cambiamenti sociali, architettonici, artistici e letterari. Cito fra tutti le sorelle Brontë, in particolare per alcuni elementi gotici presenti nei loro testi, e Charles Dickens. Jane Eyre di Charlotte Brontë e Casa desolata di Dickens sono due dei miei romanzi preferiti: ho studiato con attenzione il modo in cui questi autori hanno curato le singole descrizioni, la ricchezza dei dettagli, dei luoghi e la creazione di personaggi così chiari e vividi».

Eleonora Molisani @emolisani