Sara Tessa (nella foto), trentottenne milanese, perde il lavoro e comincia a scrivere L’Uragano di un batter d’ali (Newton Compton, pagg. 311, € 9,90, eBook, € 4,99), storia della passione bruciante tra la giovane Sophie Lether, studentessa spregiudicata, e l’affascinante manager Adam Scott. Un mix di eros, trasgressione, voglia di tenerezza e rinascita. Tutto parte con il self-publishing, poi il romanzo balza al top delle classifiche in rete e ora sulla carta è tra i dieci più venduti. E l’autrice? Confusa e felice, si racconta così…
Ha cominciato a scrivere solo due anni fa. Tra lei e la scrittura è stato colpo di fulmine?
«No, ho sempre amato scrivere ma il fatto di aver perso il lavoro mi ha dato la possibilità di avere più tempo libero. Nel 2012 ho pubblicato con il self-publishing due romanzi brevi e, vedendo che i lettori apprezzavano, la motivazione a continuare è stata sempre più forte. L’uragano di un batter d’ali è approdato in rete il 2 gennaio 2013: mi aspettavo le solite vendite e qualche recensione, invece, dopo meno di una settimana, ero in cima alle classifiche dei downloads. È stato un crescendo continuo, sostenuto da un passaparola dilagante, che mi ha dato la visibilità giusta per essere contattata da Newton Compton. In questi giorni le vendite del cartaceo sembrano confermare la fiducia che l’editore mi ha concesso… ».
Alcuni hanno scritto che il suo romanzo sarebbe la risposta italiana a Cinquanta sfumature di grigio…
«No, le due protagoniste non sono paragonabili: Sophie ha già avuto le sue esperienze sentimentali e sessuali. Non è una donna sprovveduta, sa cosa le piace e la trasgressione non la spaventa. L’accettazione alla sottomissione sessuale per lei è un espediente per trarre piacere, non è vissuto come una perversione. Il mio libro parla alle donne moderne e liberate: capaci di dolcezza, di sentimento, ma anche di vivere la sessualità senza tabù».
Alla fine Adam diventa (quasi) un altro uomo. Vuol dire che nessuno può rimanere stronzo per sempre?
«Qui mi permetto di citare William Shakespeare: “L’amore è un fumo che nasce dalla nebbia dei sospiri. Se purificato, è un fuoco che guizza negli occhi degli amanti; se agitato, è un mare che si nutre delle loro lacrime. Ma che altro può essere? Pazzia discreta, soffocante amarezza e dolcezza. Che alla fine ti salva.” Insomma, penso che – anche se le vicende della vita ci induriscono – prima o poi dobbiamo liberarci dalle armature, se vogliamo che il nostro cuore trovi un approdo…».
di Eleonora Molisani