“Se vi odiassi vi farei un regalo. E rispondere all’odio sarebbe cedere all’ignoranza che ha fatto di voi ciò che siete”.
Sono le parole del giornalista francese Antoine Leiris: il 13 novembre 2015 ha perso la moglie Hélène nella strage al teatro Bataclan di Parigi e nel libro Non avrete il mio odio (Corbaccio, € 8,50) fa una cronaca lucida e struggente delle giornate con il figlio Melvil, di 17 mesi, dopo la notizia che ha devastato le loro vite.
“Venerdì sera avete rubato la vita di una creatura eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio. Non so chi siate e non voglio saperlo. Siete anime morte. Se quel Dio per il quale uccidete ciecamente ci ha fatti a sua immagine, ogni proiettile nel corpo di mia moglie sarà stato una ferita al cuore per lui”.
Con commovente dignità l’autore racconta come il piccolo Melvil, con le sue esigenze semplici, i suoi ritmi inesorabili e la sua incoscienza di bambino, lo costringa – suo malgrado – ad andare avanti. Non solo: il padre decide di non nascondere al piccolo la verità e, in un percorso a tratti molto doloroso, gli rivela il motivo della perdita della madre e lo conduce sulla sua tomba, per piangere insieme. Domandandosi per tutto il tempo se sia giusto o no condividere tutto ciò con un bambino di soli 17 mesi.
“Sono devastato dal dolore, questo sì, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di breve durata. So che lei ci accompagnerà ogni giorno e che ci ritroveremo in quel paradiso delle anime libere al quale voi non avrete mai accesso. Siamo in due, mio figlio e io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Non ho altro tempo da dedicarvi, devo tornare da Melvil che si sveglia dal sonnellino. Ha soltanto 17 mesi, farà merenda come ogni giorno, poi andremo a giocare come ogni giorno, e per tutta la vita questo ragazzo vi farà l’affronto di essere felice e libero”.
Con questa promessa solenne del padre agli assassini, questo piccolo libro diventa anche una lezione universale di libertà.
Eleonora Molisani @emolisani