Si intitola Miss Fisher – Delitti e misteri ed è una serie colossal australiana (è costata un milione di dollari a puntata) ambientata a Melbourne negli anni Venti. La protagonista è una intrigante detective, avventuriera e femminista, interpretata da Essie Davis, e in patria ha avuto un grandissimo successo.. Abbiamo incontrato Essie Davis e le abbiamo chiesto alcune curiosità sulla nuova serie che vedremo in prima serata su Diva Universal dal 13 febbraio.
Vizi e virtù di Miss Fisher?
Moltissimi: è una donna incredibilmente dotata. Sa pilotare un aereo, praticare un pronto soccorso, parla inglese, francese, italiano e cinese mandarino, è brava a letto e può persino scalare un edificio con i tacchi. Per contro, ha un debole per i bei ragazzi, le piace bere, e ha qualche difficoltà con la Chiesa.
Anche lei è un tipo che ama il rischio?
Non esattamente, ho due bambini piccoli. Ma quando interpreti un personaggio prendi sempre qualcosa, e di sicuro io ho assorbito la sua grandissima vitalità.
Lei ha recitato in film come Matrix Reloaded o Australia, ma ha detto che questo è stato il suo ruolo più impegnativo.
Ho lavorato 14 ore al giorno: ero sempre in scena e ho dovuto imparare molte cose in pochissimo tempo, per esempio a ballare il tango e il flamenco. E a guidare un’auto d’epoca. Si immagini che nella vita avevo guidato solo macchine automatiche, e l’istruttore era assolutamente terrorizzato dal farmi toccare il cambio. E poi a recitare in cinese: cinque battute da imparare a memoria in due ore, credo che me le ricorderò per tutta la vita.
Le serie tv ambientate negli anni Venti e Trenta, da Downton Abbey a Boardwalk Empire, oggi vanno molto di moda. Come mai secondo lei?
Credo che in questo momento di crisi, per la gente sia una gioia potersi perdere in una storia che mostra un periodo così esotico e spensierato. Miss Fisher, per dire, è ambientata negli anni tra la Grande guerra e la crisi del ’29, un momento di grande edonismo e amore per il lusso e la bellezza, proprio perché prima c’era stata tanta morte e disperazione.
A proposito, nella serie lei indossa abiti magnifici. Come si è sentita?
La costumista, Marion Boyce, ha un fatto un lavoro incredibile, mettendo insieme pezzi vintage e capi creati appositamente. Ognuno di quei fantastici vestiti mi ha dato la possibilità di “essere” miss Fisher, di muovermi in un certo modo, insomma, di sentirmi “favolosa” come il personaggio. Certo, qualche volta ho avuto un po’ la sensazione di essere una marionetta, ma a dire la verità non vedevo l’ora di indossarli.
Lei è una appassionata di detective story?
Confesso: in realtà non particolarmente. Da bambina mi era piaciuto molto Assassinio sull’Oriente Express, il film tratto dal romanzo di Agatha Christie, ma per il resto sono molto critica nei confronti di situazioni troppo cruente o splatter. E credo che il segreto del successo di Miss Fisher sia proprio nel fatto che, nonostante si parli di omicidi, cocaina, aborto, il glamour del personaggio e dell’ambientazione stempera la crudeltà delle storie.
Però di recente ha recitato in un film horror, The Babadook, che ha ricevuto critiche molto positive al Sundance Festival.
(ride) Sì, ma non è assolutamente un film splatter, piuttosto un thriller psicologico. Racconta la storia di una madre e del suo bambino di sei anni che crede ci sia un mostro nella loro casa. Non si vedono brutte cose. E non riuscivo a capire come mai il pubblico in sala gridasse dal terrore.
di Bruna Vandelli