Per lui questo Festival sarà il numero cinque. Da cantante, però. Perché Fabrizio Moro (che nel 2007 ha vinto il premio della Critica Mia Martini con il brano Pensa), come autore, ha firmato anche due bei pezzi: Sono solo parole, per Noemi nel 2012 e Finalmente piove per Valerio Scanu un anno fa. La canzone con cui si presenta quest’anno si intitola Portami via. Nella serata dedicata alle cover, invece, Fabrizio interpreterà La leva calcistica del ’68, di Francesco De Gregori.
Qual è il punto di forza della canzone che porti a Sanremo, secondo te?
L’istintività e la necessità, l’urgenza con cui l’ho scritta.
Qual è la canzone che ricordi meglio del Festival e che secondo te è la più bella mai passata a Sanremo?
Non esiste una canzone più bella. Ce ne sono state diverse belle allo stesso modo per quello che hanno rappresentato in quel momento storico della mia vita e di Sanremo.
Il primo ricordo, d’infanzia, che hai del Festival?
Vivevo a San Basilo, un quartiere di Roma. Durante il Festival, tutti quelli che abitavano nel palazzo si riunivano in un appartamento e si guardava il festival insieme. C’era comunione…. la stessa che si viveva quando c’erano i mondiali o il derby.
Se non vincessi tu chi vorresti vedere premiato?
Spero vinca la canzone più bella.
Qualcosa che avrai sicuramente addosso sul palco dell’Ariston?
Il rosario che mi ha regalato un mio grande amico musicista, Peppe O’Blues.
(Il verso della sua canzone che ricorderete: “Portami via dove niente potrà farmi più del male, ovunque sia”)
di Elisabetta Sala