Intervista alla divas Charlotte Flair, superstar del World Wrestling Entertainment
Charlotte Flair, una delle wrestler più forti di tutti i tempi della WWE (World Wrestling Entertainment) è stata Milano lo scorso 10 novembre in occasione del tour WWE. Tustyle l’ha intervistata
Il wrestling è tra le attività/spettacolo più seguite del pianeta. Ma se pensi che sia una discipina riservata solo ai maschietti, ti sbagli: sono moltissime le ragazze che seguono i big del wrestling. Ma non solo: non sono poche le girl che praticano a livello mondiale questa lotta /spettacolo che mixa sapientemente doti atletiche e show regalando performance quasi teatrali.
Tra le più famose, la bionda Charlotte Flair, 31 anni, figlia del leggendario campione statunitense di wrestling, Ric Flair. Charlotte è una delle divas (le stelle del wresling femminile) della WWE (la federazione statunitense che si occupa di questa disciplina/spettacolo) ed è detentrice di del titolo WWE SmackDown Women’s Championship.
Charlotte Flair è stata tra le divas protagoniste al Forum di Assago (Milano) lo scorso 10 novembre in occasione del tour WWE Live Milan 2017, l’evento firmato WWE, dove si sono sfidate alcune delle superstar della WWE tra cui Randy Orton, Aj Styles e Kevin Owens. Charlotte Flair è anche tra i protagonisti della nuova edizione del videogioco WWE 2K18 di 2K Game, che ti permette di lottare virtualmente, indossando i panni di un wrestler professionista.
Tuo padre è un campione del wrestling e tu sarai probabilmente cresciuta a pane e
wrestling. Hai abbracciato questa displina, ispirata da lui?
«Nonostante mio padre sia un ex campione di wrestling, non è stato lui a influenzare la mia
scelta di diventare quello che sono. La persona che mi ha condizionata di più è stata mio
fratello minore. Ma a prescindere dalle persone della mia famiglia vicine a questo sport, la
vera scintilla è scattata dentro di me quando ho iniziato a bazzicare nella WWE (e non
era certo il mio vero sogno da ragazzina!). In quel momento ho sentito dentro di me che potevo
realizzare qualcosa di personale e mi sono appassionata a questo mestiere. È stato un
viaggio fuori dal comune che ho raccontato nella mia autobiografia che possono leggere
tutti».
Quanti anni avevi quando hai iniziato?
«Quando ho iniziato ero già grandicella, avevo ventisette anni. Ma sono orgogliosa di
questo inizio in età adulta, perché sono sicura che non sarei dove sono adesso se non
avessi avuto questo particolare percorso iniziato tardi, ma con la possibilità di maturare. E
soprattutto, se avessi iniziato prima non mi sarei di certo laureata. Credo inoltre che la mia
storia racchiuda un messaggio positivo per tutte le donne: non importa quanti anni tu
abbia, non è mai troppo tardi per iniziare!».
Quali sono le abilità più importanti per diventare un wrestler professionista?
«Essere sicuri di sé stessi è l’abilità più importante che ho appreso negli anni anche
attraverso questo sport».
In questo sport gli atleti hanno spesso un personaggio, recitano un ruolo, hai anche
tu un “gimmick”?
«La cosa particolare del mio personaggio è il fatto di aver creato e curato un character che
fosse al di sopra di tutto, un modello di vita a cui ispirarmi. Sono stata devota a questo
modello costantemente, utilizzando tutto il mio tempo libero per migliorare la Charlotte che
volevo essere dentro e fuori dal ring. Questo allenamento ha attraversato tutta la mia
carriera di atleta rendendomi una persona più sicura nella vita di tutti i giorni. Ognuno ha la
propria storia e la mia è questa, ho creato un modello femminile di cui avevo bisogno nella
mia vita privata e che mi ha accompagnato ugualmente nel mio percorso di atleta».
Come si combina la tua vita privata con la tua carriera?
«Seguo quel modello femminile che ho creato anni fa, nella vita privata e nella carriera. È lei
che mi guida…».
Tustyle è un giornale che si occupa di moda, shopping e lifestyle. Qual è la tua
relazione con la moda: per esempio, qual è il tuo look dentro e fuori dal ring?
«Nei primi anni di carriera, sotto il consiglio di Terry Anderson, (lo stilista della WWE), mi
sono sempre rifiutata di indossare l’accappatoio/vestaglia, la trovavo una scelta stupida e
non mi piaceva. In occasione poi dell’incontro di Rush Amelia, Terry mi ha proposto di fare
un omaggio speciale a mio padre e di modificare la sua vestaglia prendendo alcuni
elementi simbolici per creare una versione femminile per me. Ho ricevuto così tanti
apprezzamenti e commenti positivi su questo outfit che da allora indosso sempre una
vestaglia durante gli incontri più importanti. Mentre fuori dal rin T-shirt e jeans: questa sono la vera io!».
E per il make up?
«Il make up è parte integrante del mio personaggio quando sono sul ring, ma nella vita
privata non sono solita truccarmi, preferisco un viso pulito. Al massimo mi trucco con un po’ di
mascara e un velo di lucidalabbra».
Il Cio ha recentemente rilasciato un’opinione positiva circa gli esports, cosa pensi di
questa dichiarazione? Hai mai giocato al videogioco WWE 2K18?
«Essendo cresciuta in una famiglia con due fratelli e un papà wrestler, giocare a wrestling
era una prassi comune a casa nostra, questo tipo di lotta giocosa ha contraddistinto tutta la
mia vita.Tuttavia, quando per la prima volta ho giocato con il videogame WWE 2K18
utilizzando il mio personaggio, come da piccola interpretavo mio padre, è stato piuttosto
strano…come la prima volta che ho visto un’action figure con le mie sembianze! È
emozionante pensare Wow! Sono in un videogame!” Ricordo perfettamente quando ero
piccola e giocavo con i videogame di wrestling interpretando Macho Man o Hulk Hogan, le
icone storiche di quel periodo, e ora vedo me stessa ritratta in versione videogame come
una superstar femminile, un Divas, e ti immagini la sensazione che possono provare i
bambini a giocare con il tuo personaggio esattamente come ho sperimentato io da
bambina. È una bella consapevolezza, nonché un traguardo importante per me».
Cecilia Pedron