Profumo: naturale o di sintesi?

20 novembre 2019

E tu di che profumo sei? Scopri la distinzione tra fragranza naturale e di sintesi

Come è fatto un profumo? il primo step per scoprirlo è conoscere da vicino il tipo di fragranza che può essere di origine naturale o di sintesi. Se le prime derivano da piante e animali, soltanto con le molecole di sintesi è possibile riprodurre alcuni odori esistenti. Le prime sono green (ma un po’ di nicchia), le altre sono alla base di alcuni dei profumi più famosi.

Il profumo naturale

Gli ingredienti principali del profumo naturale sono tre: oli essenziali, responsabili della fragranza, acqua distillata e alcol naturale. Alcuni prodotti sono green al 100%, altri non del tutto, ma in percentuali molto elevate. Le materie prime – agrumi, fiori, legni – sono limitate, perciò i profumi naturali sono piuttosto cari (un grammo di oud naturale, la resina dell’albero  di Aquilaria, costa quanto un grammo di oro!).

Quando è nato? Ben 6000 anni fa. Il termine profumo (per-fumum) significa letteralmente “attraverso il fumo”: infatti i primi profumi consistevano in aromi bruciati, come l’incenso, in offerta agli dei. La loro produzione subisce una battuta d’arresto con l’avvento della profumeria moderna ma è stata rilanciata dalla green attitude del momento.

La persistenza del profumo naturale è limitata: il profumo rimane sulla pelle circa 2-4 ore e varia a seconda della pianta da cui viene distillato l’olio essenziale.

Il profumo di sintesi

La fragranza è prodotta grazie a molecole di sintesi realizzate in laboratorio. Si usano per ricreare materie prime rare e costose come l’ambra grigia (estratta dal capodoglio) o il musk (che deriva dalle secrezioni del cervo himalayano), ma permettono anche di ottenere note inedite e odori che non si possono riprodurre con le sole materie prime naturali. Un esempio? La nota marina, cioè quella che ha reso il profumo Acqua di Giò un cult della profumeria maschile.

L’arte di ricreare i profumi di sintesi è nata quasi 200 anni fa, con l’avvento della chimica moderna. Il capostipite illustre è considerato Chanel n.5, del 1921, il primo a utilizzare note “aldeidate” create in laboratorio (fresche e capaci di riequilibrare le note fiorite).

La persistenza delle fragranze di sintesi è piuttosto lunga grazie all’uso dei fissativi, sostanze chimiche non dannose create per ridurre l’evaporazione del jus una volta spruzzato sulla pelle.

Di Giulia Lenzi

(foto Kailey Sniffin, Unsplash)