23 luglio 2019

Stranger Things: intervista a Gaten Matarazzo (Dustin) e Caleb McLaughlin (Lucas)

La serie dei record Stranger Things li ha ormai trasformati in star planetarie: Gaten Matarazzo e Caleb McLaughlin interpretano Dustin e Lucas. E sono due ragazzi buffi, affiatati e normalissimi

 

Si concludono le frasi a vicenda, come una coppia comica. Del resto, Gaten Matarazzo (Dustin) e Caleb McLaughlin (Lucas) lo fanno ormai da tre stagioni nella serie Stranger Things di Netflix, storia fantascientifica ambientata negli anni 80, diventata in poco tempo un fenomeno televisivo globale. La terza stagione è stata vista da 41 milioni di persone in quattro giorni: un record. Dei sei giovanissimi protagonisti, Gaten e Caleb sono quelli che regalano i momenti più divertenti e nerd della storia. A vederli sembrano in gita scolastica invece che impegnati in un lungo tour per incontrare i giornalisti in giro per il mondo (Tu Style li ha intervistati a Roma).

Un mestiere come un altro

Gaten Matarazzo e Caleb McLaughlin hanno 16 e 17 anni e hanno esordito entrambi poco più che bambini sui palcoscenici teatrali: Gaten in Priscilla, Queen of the Desert a Broadway, Caleb nel musical The Lion King. Eppure non hanno mai dimenticato la normalità di una vita lontana da
luci e ombre hollywoodiane. Gaten ha trasformato una malattia dal nome complicato, la disostosi cleidocranica, che lo obbliga a una dentiera, nel sorriso soddisfatto di chi sa di essere per molti il personaggio preferito della serie.

«La famiglia ci tiene con i piedi per terra»

«Non è facile crescere davanti alla macchina da presa, bisogna ricordare da dove si viene» confessa Gaten. «Qualcuno si perde, specie nell’era dei social media troppe volte usati senza scrupoli come veicolo di odio e negatività. Il nostro lavoro è come tanti altri. I miei genitori mi chiedono spesso, anche una volta alla settimana, se sono convinto di continuare. Ci rifletto per bene, e finora la risposta è sempre stata un sì convinto. Amo recitare. Il problema di alcuni ragazzi cresciuti a Hollywood è che sono circondati da persone che vogliono ottenere qualcosa da loro anziché guidarli o proteggerli».

Famiglia è una parola molto usata da entrambi, che si affidano ai genitori per “tenerci coi piedi per terra”, ma anche per raccontare lo spirito di gruppo che si è creato durante le riprese sul set. Come dice Caleb: «Io e Gaten ci conosciamo troppo, siamo come fratelli: ci vogliamo bene, litighiamo, ci somigliamo anche molto (ride, ndr). Stiamo insieme per otto mesi ogni anno, dovremmo imparare a convivere anche se non ci fossimo simpatici, ma per fortuna ci divertiamo un sacco».

Nuova stagione, nuovi ingressi tra cui la figlia di Uma Thurman

Nella nuova stagione, ambientata nel 1985 di Ritorno al futuro e dei Goonies, ci sono molti nuovi ingressi. Su tutti, la promettente Maya Hawke, figlia d’arte di Ethan e Uma Thurman. «Chiunque arriva entra a far parte della famiglia e regala una prospettiva diversa a una produzione che ormai è in corso da anni, con delle relazioni consolidate e un ritmo specifico» dice Gaten, usando già un linguaggio da professionista. «È molto interessante vedere come si inserisce qualcuno che sale in corsa a tutta velocità. Dalla loro prospettiva non è semplice, ma la cosa importante è che tutti siamo super contenti  di accogliere nuovi arrivi, facendoli sentire subito parte della nostra famiglia».

Ci sarà la quarta stagione?

Netflix trasmette in oltre 190 Paesi, rivolgendosi a un pubblico diversificato come una seduta plenaria dell’ONU. «Ognuno può identificarsi in qualche aspetto della storia» dice Caleb spiegando il segreto del successo di Stranger Things. «È difficile capire cosa possa unire così tante persone diversissime: ognuno ama la storia per una ragione diversa. Per me è un grande onore e una fortuna. Chi è cresciuto negli anni 80 racconta come la visione della serie sia un modo per rivivere l’infanzia o l’adolescenza. Per gli altri c’è invece il piacere di immedesimarsi nelle avventure di ragazzi coetanei». Ci sarà una quarta stagione? «Noi lo vorremmo tanto! Ma deciderà Netflix» rispondono in coro i due. Con quel sorriso disarmante da adolescenti e la voglia di continuare a divertirsi insieme.

Di Mauro Donzelli