La modella di Gucci Armine Harutyunyan

Chi è Armine Harutyunyan, la modella di Gucci che fa discutere il web

01 September 2020

Illustratrice e graphic designer, modella per caso. Armine Harutyunyan, la 23enne armena che sfila per Gucci, è stata attaccata perché non sarebbe abbastanza bella per il mondo della moda. E invece è la perfetta interprete del nuovo fashion system

 

Se pensate che Armine Harutyunyan non sia abbastanza bella per sfilare, allora non avete capito quasi nulla di moda. O, almeno, del mondo della moda di adesso. Certo, forse la modella di Gucci non avrebbe potuto fare la mannequin negli anni Cinquanta o percorrere le passerelle degli anni 80 e 90, quando le muse degli stilisti erano Claudia Schiffer, Elle MacPherson, Naomi Campbell e Linda Evangelista.

Una sfilata però è soprattutto uno spettacolo. Basta guardare gli ultimi fashion show, come quello organizzato nel centro di Lecce per presentare la Dior Cruise Collection 2021. E le modelle ne sono le interpreti. Altro che manichini! Non stupisce quindi che Armine sia stata notata da un talent scout durante una vacanza a Berlino.

Armine Harutyunyan, modella di Gucci per caso

Viene da una famiglia di artisti (il nonno è un pittore) e ha studiato Graphic Design allo Yerevan State Institute of Fine Arts and Theatre, in Armenia, dove è nata nel 1997. Al mondo della moda è approdata dopo che un fashion scout l’ha presentata al direttore creativo di Gucci. E la maison ha deciso che era perfetta per sfilare alla Milano Fashion Week. Nonostante quei tratti ben lontani dai canoni classici: viso affilato, naso importante, sopracciglie folte.

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A scatenare i commenti di questi giorni sarebbe stata una fantomatica classifica stilata dalla casa di moda sulle 100 modelle più belle. Tra queste, Armine Harutyunyan. Apriti cielo! Dal body shaming ai commenti sessisti, sui social si è letto di tutto.

Dal body shaming alle fake news

Per screditare la modella di Gucci è stata anche postata una foto, presa dal suo account Instagram, che la ritrae mentre fa il saluto romano di fronte all’Altare della Patria a Roma. La didascalia, rimossa, diceva però Ave Cesare. Il classico post da vacanza che non voleva fare alcun riferimento al fascismo. Un po’ come quando in Egitto ci si mette in posa davanti ai geroglifici. Avete presente?

In tanti hanno preso le difese di Armine, facendo notare come i canoni di bellezza siano un concetto superato. E la modella armena non è certo la prima “diversamente bella” a sfilare. Forme più che curvy, vitiligine, disabilità: sulle passerelle degli ultimi anni la “diversity” è stata sempre più accettata.

Una delle voci più interessanti è però quella dello scrittore Jonathan Bazzi che su Instagram sostiene che a sbagliare, in questo caso, siano sia gli haters che i paladini del politically correct. Nella moda (e non solo) sono tantissimi gli uomini famosi che non possono certo essere definiti attraenti. Nessuno, però, sembra farci caso. Le donne, invece, continuano a essere giudicate in base alla loro capacità di diventare un ideale erotico.

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Il dibattito su Armine Harutyunyan, la modella scelta da Gucci, è tutto sbagliato. Innanzitutto perché modelle e modelli molto spesso oggi non sono "belli": il sistema moda ha linguaggi che non sono più quelli di venti, trent'anni fa. Caratteri e volti vengono scelti sulla base dei significati e delle atmosfere che interessano ai direttori creativi: non sono più ideali erotici incarnati usati per solleticare le fantasie del pubblico, dando vita a un catalogo di partner potenziali. Questo è semmai quello che fanno i marchi più cheap, a buon mercato. Le modelle non sono etère inaccessibili, ragazze immagine, accompagnatrici troppo costose: devono accendere e rimodulare l'immaginazione collettiva e non per forza la vostra libido. Sono più interpreti, attrici, puntelli narrativi, fisionomie scelte ad hoc per evocare, raccontare una storia. Quindi chi si mette a insultare la modella di Gucci dimostra soprattutto di vivere nel decennio sbagliato, di non capire nulla di contemporaneo. Fa coming out di ignoranza. E pace. Ma sbagliano anche i (finti) progressisti contrari al "regime del politicamente corretto" (ormai sempre di più) che stanno scrivendo cose come: 'Armine oggettivamente non è bella e dobbiamo essere liberi di dirlo' o che affermarlo 'non è affatto bodyshaming'. Perché la moda – e non parliamo di altri campi, tipo la televisione – usa miriadi di uomini "oggettivamente non belli" ma ovviamente non si è finiti a parlare di loro, non si finisce mai a parlare di loro. Ancora oggi un maschio non conforme o proprio brutto (sono gay, posso dirlo: siamo pieni, sommersi) può essere 'un tipo', 'normale' – o perfino 'particolare', 'interessante' –, in ogni caso tutto ciò senza grande risonanza, senza suscitare interesse. Una femmina invece è cessa, e la polis si mobilita indignata, affinché venga emanata la sentenza. È questo che pare immutabile, immortale: che la libido maschile sia misura di tutte le cose, il presupposto accentratore e ineliminabile quando si parla di donne, immagine e scena pubblica. #armineharutyunyan

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Tutta la polemica è nata da una presunta classifica delle 100 più belle secondo Gucci. Forse, invece di interrogarci sul fatto che questa o quella modella o attrice abbiano il diritto di essere annoverate nella lista, bisognerebbe domandarsi se questi “elenchi” così soggettivi abbiano ancora un senso. Se mai l’hanno avuto.

Di Maria Chiara Locatelli – Foto Getty Images