13 novembre 2019

Quasi quasi mi vesto da uomo: la moda “genderless” conquista lo street style (e anche te!)

Il nuovo magazine HommeGirls è il manifesto di una tendenza che ha invaso lo street style, le passerelle e anche i look delle celeb: la moda genderless.

ANDARE OLTRE LE BARRIERE

Thakoon, stilista thailandese naturalizzato americano, ha dato la picconata definitiva alla barriera che divide l’outfit per lei da quello per lui. Dopo aver vestito (tra le altre) Michelle Obama e Charlize Theron e dopo aver lanciato un’acclamata collezione nel 2017, ha appeso le forbici al chiodo per un po’. E ha fondato HommeGirls: magazine di carta e online (hommegirls.com), più profilo Instagram (@hommegirls), tutti dedicati alle “ragazze che amano il guardaroba del fidanzato e i reparti di abbigliamento per uomo”.

“NON SIAMO MASCHIACCI”

È questo il mantra di HommeGirls che aggiunge: “Non capiamo perché le ragazze non dovrebbero portare capi da ragazzo”. Ibridazione del guardaroba, quindi, senza rinunciare al côté sexy. E basta guardare gli street style in queste pagine per afferrare il concetto. Dalle influencer nordiche in blazer oversize per le strade di Copenhagen, Londra e Parigi durante le rispettive Fashion Week, a Gigi Hadid, che avrà anche mollato il flirt estivo Tyler Cameron, ma sembra proprio si sia guardata bene dal restituirgli giacca e pantaloni.

GOSSIP A PARTE…

Il movimento hommegirls ha una storia lunga e glamourosa. Senza per forza tornare indietro ai tempi di quell’antesignana delle tomboy che fu Giovanna d’Arco, negli anni 30 del Novecento appare Marlene Dietrich in tuxedo, nei 40 ecco i power dress ante litteram di Katharine Hepburn e nei 50 voilà l’ineffabile gamine Audrey Hepburn. Malgrado tutto ciò, a fine 60, la donna vestita da uomo era ancora guardata con sospetto. Nel 1968, la socialite Nan Kempner si presentò a La Côte Basque, ristorante dell’alta società di Manhattan, indossando un Saint Laurent Le Smoking: l’essenza dell’überchic a dir poco. Non la fecero entrare per abbigliamento inappropriato, ma il processo era ormai inarrestabile. Negli anni 70 Rei Kawakubo chiama la sua griffe Comme des Garçons, negli 80 lo yin e lo yang hanno fatto un gran bel mix&match,

ED ECCOCI AL TERZO MILLENNIO

E alla tendenza genderless imperante nelle nuove collezioni, dalle griffe ai brand mass market. Quindi, libere tutte verso l’appropriazione di guardaroba.

Sfoglia la gallery e lasciati sedurre dalla moda genderless interpretata da it-girl e influencer.

di Federica Presutto