Catena Fiorello

Catena Fiorello per Il Segnalibro: «Scrivere libri mi salva da me stessa»

30 gennaio 2023

Catena Fiorello Galeano, scrittrice, autrice televisiva e conduttrice televisiva, è in libreria con il suo ultimo romanzo Ciatuzzu. E per la rubrica Il Segnalibro si racconta così a Tustyle

Classe 66, Catena Catena Fiorello Galeano ha pubblicato i romanzi L’amore a due passi, Picciridda e Tutte le volte che ho pianto. Nel 2020 è uscito Cinque donne e un arancino, primo capitolo della saga Le Signore di Montepepe, bestseller rimasto per settimane in testa alle classifiche di vendita. Seguono  i romanzi Amuri e I cannoli di Marites Fonte. In questi giorni l’autrice catanese è tornata in libreria con Ciatuzzu (Rizzoli, € 18), storia di un bambino che perde la madre e deve fare i conti con il dolore e l’assenza. Un romanzo commovente sulle sfide della vita e sul potere della memoria.

Chi è Ciatuzzu, protagonista del tuo nuovo romanzo?
«Ciatu miu, in siciliano significa “respiro mio”. Quando il piccolo Ciatuzzu deve dire addio a sua madre, che lo chiamava così, ha solo nove anni. Da quel momento sperimenta sulla propria pelle che cosa significhi crescere senza l’amore della donna più importante. Ma quando sembra aver trovato un po’ di serenità, suo padre, emigrato in Belgio, lo costringe a raggiungerlo. E a lui crolla un’altra volta il mondo addosso. Lontano dalla Sicilia e dai suoi affetti più cari, si renderà conto che le paure, per essere sconfitte, vanno affrontate. E che alla fine si può vedere anche con gli occhi del cuore».

Leggere è trovare una via d’uscita

Che rapporto hai con la lettura e con i libri?
«La passione per la lettura è arrivata relativamente tardi nella mia vita, ovvero a quindici anni. Quando ero in quinta ginnasio, mia madre mi regalò cinquemila lire e con quei soldi andai in una delle cartolibrerie del paese. I proprietari erano i signori Roggio, due persone gentili, molto pazienti con tutti. Non sapevo cosa avrei comprato. Mi guardai intorno, c’erano molti oggetti che attiravano la mia attenzione: colori, compassi, quaderni dalle copertine illustrate.

Alla fine alzai lo sguardo e vidi gli scaffali con i libri. Tra questi mi attirò in modo particolare un piccolo volume dalla copertina commovente: la foto di un bambinoche mi fissava coi suoi occhioni intensi. Si trattava di un racconto di I. B. Singer, Un giorno di felicità. Da allora non ho mai smesso di leggere. Grazie a Singer è cambiata la mia prospettiva. Leggere è salvarsi. Trovare comunque una via d’uscita. Mi piacerebbe trasmettere a molti giovani questa certezza. Anzi, questa meravigliosa consapevolezza».

Catena Fiorello. Una studentessa curiosa


Che tipo di studentessa eri?
«Ero una studentessa ribelle, forse. Me ne stavo sola, per i fatti miei, nonostante il carattere estroverso. Amavo lo studio del greco, del latino. La letteratura del mondo classico, soprattutto, mi ha lasciato moltissimo. Non c’è modernità, evoluzione, comprensione dell’oggi, se non si è approfondito il passato. E ricordo con piacere il terrore che mi suscitavano i passi della professoressa Rosa Peluso, la nostra insegnante di greco, quando marciava nel corridoio per arrivare in classe. A ogni passo, un battito accelerato del mio cuore.

Una donna intransigente e severa, intelligente e furba. Nessuno riusciva a prenderla in giro, ma alla fine del nostro percorso scolastico ho capito, abbiamo capito, il bene che ci ha fatto con la sua intransigenza. E ho imparato che bluffare, cercare la strada più comoda e facile, non serve a niente, se non a offendere e a umiliare se stessi».

Che genere di libri leggi? 
Catena Fiorello. «Soprattutto romanzi. E libri per bambini. Mi piacciono le trame incentrate sulle storie personali, sui fatti della vita, rivedermi in uno dei personaggi, sentirmi parte di qualcosa. E ultimamente sto cominciando ad appassionarmi ai gialli e ai thriller, grazie a scrittrici come Gabriella Genisi e Ilaria Tuti».

Regalo gli autori classici


Un libro che ti è rimasto nel cuore?
«Su tutti? Direi due, non uno, se mi è concesso: La vita davanti a sé di Romain Gary e Essere senza destino di Imre Kertész. Sono romanzi che mettono al centro la sofferenza dei bambini. In modo diverso, in tempi diversi, sia Momo di Gary che Gyurka di Kertész non hanno avuto diritto alla leggerezza e alla dolcezza di cui si ha bisogno nell’infanzia. Ecco, questo divieto alla felicità ha creato in me una profonda solidarietà nei loro riguardi, me li ha fatti sentire vicini, come fratellini da proteggere».

Una lettura che consiglieresti a tutti i ragazzi o bambini? Un libro che regali di solito, o un autore che regali?
«La lettura che spesso consiglio ai ragazzi è Una barca nel bosco di Paola Mastrocola, un libro magico, direi. Una storia per certi versi malinconica, pura poesia capace di coinvolgere i ragazzi e far capire loro che ciò che abbiamo dentro non deve mai essere mortificato. E i libri che regalo sono spesso di autori classici come Buzzati, Potok, Verga, Sciascia (che vale sempre la pena rileggere), o di autori contemporanei come Bazzi, Parrella, Vinci, Giordano».

Mi identifico nelle donne coraggiose e libere

 

Un personaggio (femminile o maschile) in cui ti sei identificata leggendo un libro, una serie, una favola, fumetti?
Catena Fiorello. «Posso autocitarmi? Perché una delle donne alle quali ho invidiato un fiero coraggio è la protagonista di uno dei miei romanzi, Casca il mondo, casca la terra. Si chiama Vittoria Del Giusto, e arrivata a un certo punto della vita capisce che non ha più senso ingannare e ingannarsi, essere ipocriti per ottenere benevolenza. Dopo un lutto atroce, e dopo aver speso gran parte del suo tempo dentro un sistema sbagliato, pronta ai peggiori tradimenti per difendere la propria posizione sociale, decide di dire e dirsi la verità. Ecco cosa sono il coraggio e la libertà. Anche quando maturano tardi».

Catena Fiorello. Leggo ovunque, anche in bagno


Un libro che hai odiato o che non sei riuscita a finire? 
«Non ci sono libri che ho odiato, parlerei piuttosto di poca, o nessuna, affinità verso certe letture. Se un libro non mi piace, lo chiudo e finisce lì. Ma c’è un genere che proprio non amo, la letteratura erotica: mi annoia. Quando il sesso è troppo sublimato, a me sembra si perda tutto l’erotismo».

A che ora leggi? Dove leggi?
«Questa domanda mi fa sorridere, perché io leggo spesso e ovunque, anche in bagno. Tant’è che proprio in questa minuscola stanza ho due mensole con i libri che amo».

Presto il nuovo capitolo della saga

 

Cosa stai facendo in questo momento professionalmente?
«Da poco è uscito in libreria il mio nuovo romanzo con Rizzoli, Ciatuzzu, per cui sarò concentrata nel tour promozionale, e poi ho già messo in moto la fantasia per un nuovo capitolo di Le Signore di Monte Pepe, ovvero la saga sulle cinque signore siciliane famose per arancini e cannoli».

Testi di Eleonora Molisani – Foto di Luca Brunetti

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