Aidan Turner Caitlin Fitzgerald matrimonio in Italia

Aidan Turner si è sposato in Italia con l’attrice Caitlin Fitzgerald

29 marzo 2021

Aidan Turner l’attore del momento che interpreta Leonardo da Vinci su Rai1, e un uomo d’azione, anche fuori dal set. E in Italia ha deciso di sposarsi in gran segreto, finite le riprese della fiction

 

Non sono mai stato un sognatore: sono uno che si butta, per me è meglio fare che fantasticare». A sentire lui non ha mai avuto la “vocazione”, neppure da ragazzino. Aidan Turner, 37enne irlandese che sta conquistando il mondo del cinema e della tv, dice di aver trovato la sua strada mettendosi alla prova, e poi da cosa nasce cosa. E non solo sul set.

Tant’è che, zitto zitto, ha scelto l’Italia per sposarsi con la sua fidanzata, l’attrice statunitense Caitlin Fitzgerald (38 anni). I due stanno insieme da 3 anni e, finite le riprese di Leonardo da Vinci lo scorso agosto, hanno pronunciato il fatidico sì in gran segreto. Aidan e Caitlin non hanno confermato, ma una fonte vicina all coppia ha rivelato al tabloid britannico The Sun che sono innamoratissimi e che non vedevano l’ora di sposarsi. Ma, essendo entrambi molto riservati, hanno deciso di farlo in forma privatissima. A rivelare le nozze è stata la fede nuziale che Aidan indossava mentre stava facendo una passeggiata.

Anche la carriera di Aidan Turner è decollata per caso: quando ha iniziato la Gaiety School of Acting di Dublino pensava che non avrebbe recitato per lavoro. «L’ho capito solo qualche anno dopo, quando ero già un attore di fatto». Cioè quando, a 26 anni, ha girato la miniserie Disperatamente romantici. «Quindi sei un uomo d’azione…» gli dico io. E a quel punto scoppia in una sonora risata: «Sì, mi piace questa definizione!». Lo era sicuramente nelle 5 stagioni di Poldark, storia di un inglese che lotta per i diritti civili dopo essere tornato dalla guerra d’indipendenza americana (ora su Now Tv) che, complice qualche scena a torso nudo, non solo lo ha fatto diventare un sex symbol ma lo ha anche fatto entrare, qualche anno fa, nella lista dei papabili successori di Daniel Craig-007.

«Basta che togli la maglietta e si scatena la follia» ha dichiarato l’attore facendo notare la nascita su Twitter del profilo Aidan Turner’s Hair, dedicato ai suoi ricci (che ultimamente però sta twittando anche sull’eroe di Bridgerton). Aidan Turner non si cura di tutto questo e, dopo aver girato film d’autore come i tre titoli della saga Lo Hobbit di Peter Jackson (tra il 2012 e il 2014 nel ruolo di Kili), dal 23 marzo è Leonardo, la serie di Rai1 che ha l’ambizione di svelare l’uomo Da Vinci. La prima delle 8 puntate, trasmesse in 4 prime serate e su RaiPlay, inizia con una domanda: chi era la donna misteriosa che ha ispirato il suo capolavoro Leda col cigno, di cui restano solo copie? Prodotta da Lux Vide e Rai Fiction, vanta nel cast Giancarlo Giannini e Matilda De Angelis, musa dell’artista.

Aidan Turner

Intervista ad Aidan Turner: come ti sei calato nella storia di un genio?

«Ho avuto due-tre mesi per leggere le biografie e studiare il materiale che trovavo online. La cosa più difficile è stata immaginare come fosse nella vita quotidiana. Sappiamo che era un artista e un ingegnere ma non cosa lo abbia portato a esserlo, le sue motivazioni profonde. Ho dovuto lavorare di immaginazione. Di sicuro era un uomo curioso, attentissimo ai dettagli».

E ossessionato dal perfezionismo.
«Più che altro dalla verità: voleva rappresentare quello che vedeva, non la bellezza fine a se stessa».

Tu sei perfezionista nel lavoro?

«No, e non so cosa voglia dire. È un concetto troppo soggettivo».

Hai accettato il ruolo di Ross Poldark, dove ti si vede spesso a cavallo, senza essere un cavaliere esperto perché «bisogna sempre contare sulla fiducia in se stessi». Se ce l’hai, puoi fare tutto?
«Sì, anche se devi dare il massimo. La prima scena di Poldark che ho girato era una galoppata. Non potevo permettermi di sembrareun principiante perciò, mentendo anche a me stesso, mi sono arrangiato: ho seguito le drittedei colleghi più esperti che mi urlavano di spingere giù i tallonio raddrizzare la schiena».

Nessun attacco d’ansia?
«Ma no, mi ci sono messo e ho imparato sul campo. Talento? Più che altro è stata la necessità, non avevo scelta! Diciamo che ho forza di volontà e soprattutto mi diverto. Devi credere in quello che fai per ottenere quello che vuoi».

Sei sempre stato sportivo. E da giovanissimo hai imparato vari balli da sala arrivando pure terzo all’Irish National Championship. Danzi ancora?
«No, non d’abitudine. Anche se potrebbe sempre capitarmi per esigenze di copione e tornare utile come qualsiasi cosa uno sappia fare nella vita. Non si sa mai. Mi piace sempre imparare cose nuove, e non parlo solo di attività fisiche: per esempio sono davvero felice di essermi immerso nella vita di Leonardo e di aver avuto l’occasione di leggere cose che altrimenti non avrei mai saputo».

Che esperienza è stata girare in Italia?

«Meravigliosa perché non ero mai stato a Roma e, avendo iniziato le riprese prima della pandemia, ho potuto esplorare la città, visitare monumenti e gallerie, è stata veramente una grandissima fortuna. Poi, un anno fa, abbiamo dovuto interrompere e sono tornato a Dublino, in lockdown come tutti».

Per un uomo d’azione come Aidan Turner sarà stato penosissimo…

«È stato senza dubbio un anno duro ma io, in realtà, mi considero più fortunato di tanti altri perché ho comunque continuato a fare il lavoro che amo. Sono tornato in Italia la scorsa estate per finire le riprese e ora sono a Toronto per un altro progetto di cui non posso ancora parlare».

Hai girato anche The Way of the Wind, il nuovo film di Terrence Malick che racconta la vita di Gesù. Che ruolo hai?
«Interpreto Andrea, il fratello di Pietro che avrà il volto di Matthias Schoenaerts».

Un altro regista di culto, dopo Peter Jackson che ti ha diretto in Lo Hobbit. Sono momenti di svolta per la carriera?
«Non ci sono svolte nette, oalmeno io non la vedo così perché una carriera si costruisce gradualmente. Ogni lavoro, anche il più semplice, mi è stato utile e mi ha portato a qualcos’altro.La miniserie Being Human dove interpretavo un vampiro, mi ha portato allo Hobbit perché Jackson mi aveva notato proprio lì. Non voglio negare che sia entusiasmante essere scelto da grandi autori ma non sto a pensarci troppo. Mi faccio guidare dall’esperienza sapendo che anche le ambizioni si evolvono».

Di Giulia Gomez – foto Getty Images

Articolo aggiornato il 29 marzo 2021