Alvaro Soler: “E a sorpresa, canterò in Italiano”
Volto del pop latino ed ex giudice di X Factor, Alvaro Soler torna in tour rivelando le sua anima eclettica. Da globetrotter, anche della musica
«L’Italia ha un posto speciale, nel mio cuore, è stata il mio trampolino di lancio. Il successo da voi è arrivato incredibilmente prima che negli altri Paesi. Penso che abbia a che fare con la comune positività con cui affrontiamo la vita quotidiana, anche nei momenti difficili». Alvaro Soler torna nel Belpaese il 9 maggio al Forum di Assago, con un concerto che è la seconda tappa di un tour europeo, che toccherà tra giugno e agosto Frosinone, Merano, Rosignano Marittimo (Livorno) e Asiago (Vicenza).
«Canterò anche una cover in italiano, ma il titolo è top secret!» racconta il 28enne cantaautore spagnolo. Lo intervistiamo a Berlino, sua città d’adozione. «Vivo qui dal 2015, è il posto giusto per chi cerca gli stimoli creativi di una grande città, ma anche la giusta tranquillità per scrivere». Il 10 maggio uscirà Libertad, nuovo singolo del suo secondo album, Mar de Colores, pubblicato a settembre scorso e ora pronto a una versione “estesa” con l’aggiunta di tre inediti. «Anche se sono spesso in viaggio, è un periodo in cui ho molte idee e non volevo aspettare».
Come descriveresti il tuo tour?
«Come una serie di concerti pieni di energia, musicisti e strumenti, dai fiati ai violini. Canterò e suonerò sia il pianoforte sia la chitarra. Mi sto allenando anche con le percussioni, ma con quelle non sono ancora in grado di esibirmi in pubblico».
Hai una laurea in ingegneria e disegno industriale: quanto ha a che fare con la tua capacità di essere polistrumentista?
«Sono due aspetti che non si influenzano reciprocamente, ma sottolineano entrambi il mio approccio: sono razionale anche quando devo creare. Alla base di tutto ci sono disciplina e studio. Su questi poi mi lascio andare. E allora ecco da una parte i disegni di modelli di oggetti o automobili, mia grande passione, dall’altra le melodie delle mie canzoni».
Hai mai pensato che, in futuro, l’etichetta di musicista “latino” potrebbe starti stretta?
«Sono convinto che sto maturando, che già Mar de Colores sia diverso dal mio primo album, più eclettico. Il problema è che in molti ascoltano solo i singoli e non tutto il disco. Sono cresciuto ascoltando Phil Collins, Elton John e Gloria Estefan, mi auguro di poterlo dimostrare nel tempo. Una sola cosa per me rimane identica: il desiderio di mettere di buonumore chi mi ascolta. Di nutrire l’animo».
Padre tedesco, mamma spagnola-belga: come combini queste due origini familiari così diverse?
«Per l’ordine e la disciplina mi sento tedesco. Per l’amore, la socialità, il cibo e la necessità di sole sono completamente spagnolo. Mi sento però anche un po’ italiano, non per legami di sangue: per un’affinità elettiva alla Goethe e un bellissimo Erasmus a Milano».
Cosa ti è rimasto degli anni vissuti a Tokyo da ragazzo?
«Mi ci sono trasferito a 10 anni a causa del lavoro di mio padre ingegnere. Sono stati sette anni che mi porto sempre dietro e che in qualche modo mi hanno anche educato all’ascolto. Il Giappone ha sonorità molto particolari, persino i silenzi di quando si è immersi nella natura sembrano diversi dai nostri, occidentali».
Come è cambiata la tua quotidianità dal 2015, anno dei tuoi primi successi?
«Vivo sempre con la valigia accanto. Riesco a stare molto poco con la mia famiglia, sono aumentate
le telefonate e i messaggi. Mi ritenevo uno sportivo, amavo passare l’estate andando regolarmente a fare windsurf. Ora è più raro. Mi mantengo in forma facendo un po’ di esercizi di fitness in hotel tra uno spostamento e l’altro».
In una vita così movimentata, sei comunque riuscito a innamorarti della cantante Sofia Ellar…
«Stiamo assieme da tre anni e, organizzandoci per tempo, riusciamo spesso anche a passare lunghi periodi assieme: essere colleghi aiuta ad accettare i rispettivi impegni, le difficoltà. Forse per chi fa il cantante non c’è altra relazione possibile!».
Di Andrea D’Addio