30 agosto 2015

Cara Delevigne: «Basta sfilate. Ora sì che sono felice: faccio cinema»

Addio passerelle, adesso Cara Delevingne è tutta per Hollywood. La top model si è affermata nel mondo della moda a colpi di spontaneità e anticonformismo, senza fare troppe riverenze («Non me ne è mai fregato niente, forse ce l’ho fatta proprio per questo») e senza paura di essere criticata o di rivelarsi bisex (adesso ha una storia d’amore con la cantautrice St Vincent). E ora lascia per dedicarsi full time al cinema. Il 3 settembre arriva in Italia il suo primo ruolo da protagonista: Città di carta, tratto dal best-seller di John Green (già autore di Colpa delle stelle), che racconta una storia di adolescenti in cerca di se stessi. Ed è solo l’inizio: la vedremo in una sfilza di film, primo fra tutti a novembre Pan – Viaggio sull’isola che non c’è, con Hugh Jackman, mentre al Toronto Film Festival di settembre apparirà nel thriller London Fields accanto a Johnny Depp. Seguiranno: Suicide Squad di David Ayer, Valerian di Luc Besson…  Lanciatissima. «Recitare è il mio più grande desiderio da sempre» ci ha raccontato lei, durante il nostro incontro a Londra (vedere la cover-story di Tustyle del 6 agosto scorso). «E Città di carta è una storia per adolescenti che può piacere anche agli adulti. Ti porta indietro agli anni della scuola». Pubblichiamo qui alcune domande in più e un video dove fa selfie con le fans.

Dicono che lei abbia stregato regista e produttori già durante il provino. Ci racconta come?

«Arrivo ai provini così tesa che faccio sempre la matta. Mi tolgo le scarpe e mi metto a ballare e a gridare nella stanza. Divento imbarazzante per non sentirmi imbarazzata. Ma forse è proprio quello che ha portato il regista e lo scrittore John Green a vedere in me Margo, l’eroina della storia. Una ragazza ribelle, che scoprendo il tradimento del fidanzato decide prima di vendicarsi e poi di sparire».

Nel film Margo si definisce una “Paper girl in a paper world”, ragazza di carta in un mondo di carta. Proprio come lei, icona della moda e dei media?

«Sono gli adolescenti in cerca di identità che si sentono così, volatili e senza peso. Come modella, io lo sono ancora di più, per questo mi sono subito sentita in sintonia con la storia».

Ha sognato di fuggire qualche volta?

«Oh sì, ma solo per una vacanza. Andrei nella giungla. Oppure su una spiaggia, per rilassarmi. Ma poi avrei bisogno di tornare, mi piace avere da fare. La mia fuga è recitare. Non potrei sparire nel nulla come fa Margo, amo troppo la mia famiglia, ho bisogno degli amici».

Margo dice a Quentin: “Perché pianifichi la vita per essere felice a trent’anni e non ti godi la felicità adesso”. È anche la sua filosofia personale?

«Assolutamente sì, io credo nel qui e ora! Se pensi troppo al futuro finisci per non vivere. Non chiedetemi cosa voglio essere fra dieci anni, non voglio proprio pensarci».

Con milioni di follower e fans, si sente responsabile quando twitta o usa instagram?

«Tantissimo. Perché sono soprattutto teenager e mi piace incoraggiarli, essere un buon esempio, far capire che puoi realizzare i sogni se ti impegni. L’importante è seguire se stessi, non tentare di essere come tutti».

Cose che contano davvero per lei?

«L’amore, la creatività, il coraggio, l’amicizia. E parlo di amici veri: io non ho conoscenze, frequento solo quelli per i quali potrei rischiare la vita, o quasi».

Non ha citato la musica, eppure scrive canzoni…

«Sì, ma lo faccio per me. Mi succede soprattutto quando sono triste. Non ho intenzione di diventare una cantautrice, ma è vero che la musica è indispensabile, importantissima».

È più difficile entrare nel mondo della moda o in quello del cinema?

«Sono tutti e due… fucking hard. Per me è stato forse più facile fare la modella perché non me ne fregava proprio niente e forse, sembrerà folle, ma mi volevano proprio per questo. Come modella è difficile durare, sopravvivere all’usa-e-getta. Come attrice è difficile iniziare, se poi hai talento qualche chance c’è».

Un ruolo che sogna?

«Giovanna d’Arco. Mi piacerebbe calarmi in tutt’altra epoca».

Valeria Vignale

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