Emma Stone: «Tutti ci illudiamo sull’amore»

23 December 2015

È uno spettacolo vivente. Emma Stone ride, spiazza, fa le facce anche durante le interviste. Se esistesse un Oscar alla simpatia, lo vincerebbe sicuramente la 26enne attrice di The Amazing Spider Man, strepitosa anche in film drammatici e d’autore (vedi il pluripremiato Birdman), tornata tra noi con il titolo di Natale firmato Woody Allen: Irrational Man è la storia di una studentessa, apparentemente tranquilla e felicemente fidanzata, che si lascia sedurre da un affascinante e tormentato professore di filosofia (Joaquin Phoenix), con una pericolosa fissazione su come dovrebbe andare il mondo. Anche Emma ha recentemente lasciato il suo amore storico, Andrew Garfield (il protagonista di Spider-Man), ma al momento non sembra avere fascinosi e diabolici seduttori intorno. Ammette invece di capire, se non condividere, lo spirito ribelle dell’eroina del film. A un certo punto parla sottovoce e, con aria da cospiratrice, sussurra: «Sapesse quante cose terribili ho rischiato di fare!». Poi però scoppia a ridere.

È con l’ironia che ha conquistato Woody? L’ha voluta per la seconda volta, subito dopo  Magic in the Moonlight.  
«Di sicuro lui ha conquistato me. Mi ha fatto leggere la storia e l’ho trovata bizzarra e folle quanto basta per accettare. Woody ha le idee chiare su ciò che vuole, ma ti lascia anche libera come attrice. Per questo adoro lavorare con lui».

E sarà stato facile, per lei, interpretare una studentessa dell’università…
«Mica tanto, visto che all’università non ci sono mai andata! A 15 anni ho lasciato la scuola per inseguire il mio sogno di attrice a Los Angeles».

Rimpianti?
«Quando ho visto i miei amici laurearsi mi sono sentita un po’ diversa…  Ma ho anche pensato che potrei sempre iscrivermi, se volessi».

E lei vorrebbe?
«Oh no, non ci penso neanche!».

In molti film di Allen ci sono uomini romantici che si rivelano una delusione totale. Lei crede nel romanticismo?
«La visione di Woody è realistica, purtroppo! Tutti ci illudiamo sull’amore e, in certi momenti, non vogliamo proprio vedere le cose come stanno. È quello che succede a Jill, il mio personaggio: sogna un uomo più affascinante del suo ragazzo e una vita meno banale. Più dark».

Anche lei troverebbe noioso un fidanzato così?
«Probabilmente sì. A cominciare dal nome, Roy… (Ride). E capisco anche la voglia di uscire dai binari, l’ho provata. Se non sei in grado di fare scelte davvero coraggiose da sola, cerchi di appoggiarti a un’altra persona. Allora il “bad boy” è la soluzione migliore: ti permette di esprimere il tuo lato ribelle senza diventare una “bad girl”».

Qualcosa di “bad” lo ha fatto, quindi?
«Per fortuna no: sono maturata e ho superato quella fase».

Salvata dal buon senso?
«Più dall’istinto di sopravvivenza, direi. Se non ho mai provato nessuna droga, per esempio, è perché ci tengo alla mia integrità. Forse anche certi film ti danno gli anticorpi: dopo essermi calata nella sofferenza di una ragazza uscita dal rehab, in Birdman di Alejandro González Iñárritu, non potrei mai cascarci io».

Non aveva paura di interpretare un personaggio così complesso?
«La paura è quello che mi muove: io accetto ruoli che mi terrorizzano, perché solo così posso fare un passo avanti, migliorare ogni volta».

Qual è stato il film che l’ha fatta crescere di più, professionalmente?
«Easy Girl, nel 2011: era la prima volta che lavoravo con tanta pressione addosso. Ma l’apice l’ho toccato con Birdman e, quest’anno, con il teatro: sentire il pubblico, ogni sera, è una tale magia.  Non ho mai amato il mio mestiere così tanto come in questo periodo».

Ora è alle prese coi musical: dopo aver portato Cabaret a Broadway, ha girato  La La Land di Damien Chazelle con Ryan Gosling…
«Già. Dobbiamo non solo cantare, ma anche ballare insieme!».

Riesce a ritagliarsi del tempo libero, con tutti questi impegni?
«Macché, non sono molto brava in questo: quando mi arriva una proposta che mi interessa, non so proprio dire di no. Dovrei leggere più riviste femminili e articoli tipo: “Come conciliare lavoro e privato”. L’eterna battaglia femminile: quando avrò figli, sarà durissima».

C’è qualcosa che non farebbe mai?
«Un film d’azione: non ho mica voglia di correre! Soprattutto se bisogna fuggire da un mostro. Preferirei parlargli, fare amicizia, ma sì, mi divertirei perfino ad averci una relazione!».

Valeria Vignale