Emma Watson accusata per aver editato l'immagine del #blackouttuesday

Emma Watson criticata per aver modificato l’immagine simbolo del #blackouttuesday

04 giugno 2020

Emma Watson è stata accusata di curare più l’estetica che del profilo Instagram che il cuore del #blackouttuesday. Il motivo? Ha postato l’immagine nera della protesta aggiungendo una cornice bianca intorno

Emma Watson accusata dal popolo dei social per aver aggiunto un tocco personale a un’immagine simbolica. La 30enne attrice inglese lanciata da ragazzina dalla saga di Harry Potter, In questi giorni ha aderito alle proteste antirazziste esplose negli Stati Uniti dopo la morte di George Floyd, ucciso durante l’arresto a Minneapolis lo scorso 25 maggio. Come moltissime altre star anche lei ha aderito al #blackouttuesday postando ben tre volte sul suo profilo Instagram l’immagine nera che è stata segno della protesta sui social. Ma a differenza di tanti altri, Emma l’ha “editata” aggiungendo una cornice bianca. Così è stata accusata di guardare l’estetica del suo profilo più che il contenuto. Accuse ingiuste per chi conosce l’impegno e la serietà dell’attrice, attivista e ambasciatrice Onu, che da sempre usa Instagram per parlare ai fan della parità di genere o di altre battaglie che le stanno a cuore.

L’attrice diventata volto di tanti film d’intrattenimento ma anche d’autore – noi di Tustyle l’avevamo intervistata per l’uscita di La bella e la bestia – non ha risposto alle critiche ma, da attivista che usa con onestà la sua celebrità cinematografica per esprimere le sue opinioni, ha continuato a postare le sue riflessioni sugli eventi di questi giorni. «Anche se come individui bianchi sentiamo di lavorare, dentro di noi, per essere antirazzisti, sappiamo di dover lavorare ancora più duramente per affrontare il razzismo istituzionale e strutturale che è intorno a noi. Nei prossimi giorni userò il mio link bio e Twitter per condividere tutto quello che trovo utile per la mia ricerca, per ascoltare e imparare. Vedo la vostra rabbia, la tristezza e la sofferenza. E anche se non posso sapere che cosa significhi viverla, questo non significa che non proverò a capirla. Emma». Stay tuned.

Di Valeria Vignale