Evangeline Lilly: “Sono una vespa tosta e pure sexy”

20 August 2018

Evangeline Lilly in Ant-Man and the Wasp è la svolazzante amica-eroina del protagonista maschile. E conta quanto lui. Soddisfatta? Parecchio. In tempi di #MeToo questo film, per lei, È stato «spiritualmente, come scendere in campo per le donne».

 

Evangeline Lilly sognava di fare l’ambasciatrice. O il diplomatico, oppure l’operatrice di un’organizzazione umanitaria. Per questo si è laureata in Relazioni internazionali: fare l’attrice non era neppure al quarto posto della sua wishlist. È strano sentirglielo dire dopo averla vista svolazzare con la tuta da vespa supereroica in Ant-Man and the Wasp, ora nei cinema. «Rischierò il linciaggio, ma davvero ho iniziato a recitare per caso. Anche se è il sogno di tanti, anche se mi diverte, per me è solo il lavoro che mi dà da vivere».

Resa celebre dalla serie tivù del 2004 LostEvangeline Lilly (39 anni), si è un po’ “persa” pure lei, in quegli anni. Quando, nel 2006 alle Hawaii, scoppiò un incendio sul set, la casa dove stava prese fuoco. Da allora ha lottato contro la depressione, ha avuto amori tormentati prima di incontrare Norman Kali, il padre dei suoi bambini di 7 e 3 anni. E oggi, radiosa, sfoggia con orgoglio il suo primo ruolo di supereroina.

Stavolta il personaggio di The Wasp è importante quanto Ant-Man, a cominciare dal titolo e dal poster…
«Vero, è una soddisfazione. A volte mi piacerebbe che fosse meno perfetta, che perdesse il controllo o urlasse e facesse qualche scenata… poi mi ricordo che sono in un film di supereroi e perciò va bene così. È una favola».

Pensa che il movimento #MeToo abbia spinto in primo piano le supereroine e i personaggi femminili?
«Il caso Weinstein è esploso mentre eravamo sul set ed è stata un’esperienza surreale: proprio perché mi ritengo una donna forte e indipendente, e proprio mentre interpretavo un personaggio simbolo di emancipazione, quei racconti mi hanno fatto sentire più fragile. Sono cose che succedono a tutte, ma cerchi di non pensarci per andare avanti nella tua routine. Io che detestavo la parola “femminismo” ora dico che #MeToo è stato un vero e proprio risveglio femminista. Quando sono tornata al lavoro, in primavera, qualcosa era cambiato, mi sentivo più ascoltata. Sarà suggestione?».

Lei è mai stata molestata?
«Da quando lavoro nel cinema no, sono fortunata. Ho avuto più problemi prima di entrare in questo mondo. Ma so che succede, soprattutto a chi cerca un ruolo di attrice a tutti i costi e trova più facilmente il predatore di turno. Io ho sempre avuto un certo distacco, che mi ha aiutato».

Perché odiava la parola “femminismo”?
«Mi vergogno a dirlo, ma sono stata sessista per tutta la vita. Fino a 10 anni ero una bambina timida, leziosa e dolce, con la stanzetta piena di bambole. A 16 anni sono passata all’estremo opposto, ho pensato: “Per essere rispettata devo fare cose da uomini”».

Quindi si è ribellata.
«Sì, negando tutti i valori femminili e tutto quello che consideravo espressione del “sesso debole”».

Le supereroine al cinema sono un passo avanti?
«Eccome. E per me interpretare The Wasp è stato, spiritualmente, come scendere in campo per le donne».

È anche sexy con la tuta da vespa…
«Mi vedo sexy anch’io, però mi fa sentire pure dura e tosta. Con il regista e il coreografo abbiamo studiato ogni singolo movimento della vespa che, con quella tuta, vola e combatte. Peccato che sia molto complicato metterla e toglierla, tanto è stretta».

Com’è stato incontrare Michael Douglas e Michelle Pfeiffer, che sono i suoi genitori nel film?
«Io, Michael Douglas, me lo ricordavo solo in film d’amore: ho dovuto lavorarci insieme per capire che mostro sacro sia. Quanto a Michelle Pfeiffer, trovarla sul set è stata una grande emozione. A 12 anni volevo essere Catwoman, come lei: ho sempre ammirato quel suo mix di bellezza e bravura».

Ha pubblicato un libro per bambini, The Squickerwonkers. Scriverà ancora?
«Sì, è la mia più grande passione. I libri mi hanno cambiato la vita. The Squickerwonkers è la storia di Selma, una ragazzina intelligente e un po’ viziata la cui vita cambia quando incontra la banda degli Squickerwonkers. Sto anche scrivendo una serie e ho nel cassetto storie per adulti. Le pubblicherò quando mi sentirò pronta. Succederà, vedrete».

di Valeria Vignale

(foto Getty Images)