26 settembre 2019

Luca Argentero: sarà il Clooney di casa nostra?

Due film pronti, uno su Leonardo Da Vinci. Una nuova vita con la fidanzata. Luca Argentero sta bene, anzi no: benissimo

Sarà il Clooney di casa nostra? A primavera lo vedremo in un E.R. all’italiana della Rai (titolo ancora da scegliere). «Ma di George ho solo il capello brizzolato» ride lui «Interpreto un primario in una fiction ispirata a una storia vera. E sarebbe un sogno avere il successo di E.R.!».

Di fortuna Luca Argentero ne ha avuta nei molti altri mestieri esplorati da attore. Dopo l’esordio nel Grande Fratello (2003), è stato uno dei Carabinieri del piccolo schermo, ha avuto ruoli diversissimi al cinema (ultimi, Cosa fai a Capodanno? e Copperman), ha presentato Le Iene e fatto il giudice ad Amici. E ora al cinema, nuova sorpresa: coi capelli lunghi e gli abiti del 400 nei panni di Leonardo Da Vinci in Io, Leonardo, un film sul genio di cui si celebrano 500 anni dalla morte. «È un viaggio nella sua mente, dove lui racconta in prima persona la sua vita e visione del mondo. È stato strano vedermi con quella parrucca e quel costume pesantissimo ma il travestimento mi ha aiutato a immaginarlo, a trovare la gestualità dell’epoca».

Il 10 ottobre tornerà invece ai nostri tempi, nella città di Napoli, per interpretare un poliziotto in Brave ragazze di Michela Andreozzi dove quattro amiche che faticano a sbarcare il lunario – Ambra Angiolini, Ilenia Pastorelli, Serena Rossi e Silvia D’Amico – tentano una rapina per svoltare.

Sei uno dei nostri attori più popolari e trasversali. Era questa la tua ambizione?
«La mia ambizione è solo una: poter cambiare sempre. Una volta dicevo che il mio sogno era fare il supereroe, dopo Copperman ho esaudito anche quello: è un uomo rimasto bambino, un eroe strampalato, ma mi ha regalato il costume che desideravo».

Hai avuto anche una piccola parte in Mangia, prega, ama accanto a Julia Roberts. Non sei stato contagiato dal sogno americano?
«Non proprio. Mi è capitato, è vero, ma sono pragmatico e tengo conto della mia storia. Non posso pensare di interpretare un uomo nato nel Bronx o diventare un supereroe hollywoodiano, magari italo-americano. Però sono un curioso. Io, Leonardo, per esempio, mi ha permesso di conoscere bene l’uomo dietro il genio Da Vinci che prima, per me, era solo quel tipo con la barba concentrato su disegni di ingegneria oltre che autore della Gioconda».

Nella commedia Brave ragazze hai un ruolo minore.
«Sì, ma è stato divertente mettermi al servizio di una regista donna e quattro attrici».

La tua fidanzata, Cristina Marino, influencer, non è gelosa?
«Lo siamo entrambi, ma come si fa a non esserlo? Io sono pazzo di lei, è la creatura più meravigliosa che esista sulla terra. Sono orgoglioso, oltre che geloso. Per vivere assieme a lei mi trasferisco a Milano: per Cristina è casa, per me una città interessante dove posso fare base».

È vero che Cristina, da esperta di moda, ti ha cambiato il look?
«Mah, non esageriamo. Diciamo che ci faccio più attenzione di una volta. Cerco di non mettere più la prima cosa che mi capita a tiro e non abbino più il blu con il marrone…».

Sei pronto a sposarti per la seconda volta? (si è separato nel 2016 da Myriam Catania, ndr).
«Sì, forse perché ho un modello positivo: il matrimonio dei miei genitori, che stanno insieme da 40 anni. Anch’io conto sulla famiglia e sulla vita di coppia. Credo dia forza avere un’alleata, nella vita. Mi fa affrontare meglio ogni situazione».

In generale, sembri un uomo che si muove con leggerezza.
«Sono fortunato, mi sveglio col sorriso e sono consapevole di avere intorno persone che mi vogliono bene. È carattere: tendo sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno e se ho delle preoccupazioni le tengo per me. Ho anche una certa propensione all’avventura. Difatti amo viaggiare».

Dove e come?
«Ovunque e come posso. Mi sono mosso tanto che ho quasi finito il giro del mondo!».

Com’è possibile?
«Sono stato in molti paesi dell’Africa, in India e nel sud-est asiatico, nell’America del nord e del sud. Io e Cristina, quest’estate, abbiamo girato il Brasile per 40 giorni: viaggiare è una passione che ci lega».

Come ricordi oggi il Grande Fratello?
«Con affetto. Così come ricordo Fedro, uno dei ragazzi della casa di cui sono rimasto amico. Ogni tanto ci siamo sentiti. La ricordo come un’avventura, di quelle che fai da giovane con spensieratezza».

Il titolo dello spettacolo teatrale che porterai ancora in tournée – È questa la vita che sognavo da bambino? – parla in qualche modo anche di te?
«Sono monologhi, racconto tre uomini dalla storia forte: il ciclista Luisin Malabrocca, lo sciatore Alberto Tomba, lo scalatore Walter Bonatti. Mi piacciono: sono diventati eroi ognuno a modo suo».

E tu, che ti eri laureato in Economia, che risponderesti alla domanda: hai la vita che sognavi?
«Direi di sì… di sicuro non avrei mai potuto fare il commercialista».

Di Valeria Vignale