Naomi Campbell compie 50 anni, come lei nessuno mai

22 maggio 2020

Naomi Campbell, la top più iconica di sempre, compie 50 anni. Musa dei big della moda bellissima, inimitabile e anche un po’ diva capricciosa

 

Naomi Campbell compie 50 anni: anche per la mitica supermodella è scoccato il primo mezzo secolo. Sotto i riflettori dal 1986, Naomi è pronta ad affrontare il prossimo. Perché ogni cosa che è successa, negli ultimi 50 anni, è servita per portarla esattamente qui: allo scoccare del suo primo mezzo secolo, pronta ad affrontare il prossimo. Naomi non ha bisogno d’altro: è un nome proprio, un universo intero, un impero fondato nel 1986 quando ancora sognava di fare la ballerina – come la mamma, Valerie – e invece venne intercettata da una talent scout dell’agenzia Elite mentre passeggiava per Covent Garden, a Londra.

Un anno dopo, era sulla cover del Vogue d’Inghilterra, la prima modella nera dal 1966. E poi Italia, Francia, Stati Uniti. A oggi è impossibile tenere il conto delle copertine: 500? 600? Mentre sono qui che scrivo, ne stanno sicuramente uscendo almeno altre tre. Naomi è nata a Streatham, un quartiere nella zona sud di Londra, il 22 maggio del 1970. Di ascendenza afro-giamaicana, non ha mai conosciuto il padre ed è cresciuta legatissima – oltre che alla mamma, spesso in tournée – alla nonna e alle zie.

Nelle settimane di lockdown, che ha trascorso a New York per non mettere in pericolo la salute delle congiunte, dice di aver sentito il richiamo delle radici: «Tutto quello che vedevo fare in casa mi sta tornando utile: i piatti che si cucinavano, le tecniche per i lavori domestici», ha raccontato al Times, «perché le famiglie giamaicane sono così: nessuno può pulire casa tua meglio di te. Nessuno al mondo». Naomi è anche un protocollo di igiene e prevenzione: quando l’anno scorso pubblicò
un video in cui sterilizzava con salviette disinfettanti e cura certosina il suo posto d’aereo in prima classe, noi disinvolti della low cost l’abbiamo presa in giro. Invece forse aveva ragione lei.

Naomi Campbell, musa dei big della moda

Tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90, Naomi è diventata un fenomeno culturale. Insieme a Cindy, Linda, Kate e Christy  che con lei divideva il loft a Soho. Per Naomi sono stati  «gli anni più divertenti della mia carriera». Quelli nei quali ha inventato l’istituzione della top model, e guadagnato la ribalta mondiale (oltre a svariati milioni di dollari). È sufficiente guardare il video di Freedom, la canzone di George Michael del 1990, con le supermodelle che fanno finta di cantare, per avere l’idea esatta di che aria favolosa tirasse allora. Oppure uno show di Gianni Versace, che tra i primi aveva eletto Naomi sua musa.

Donatella ricorda: «Ogni volta che entrava in scena, non potevi staccarle gli occhi di dosso. Non ho mai capito come facesse, ma riusciva  a cambiarsi persino 7 volte a sfilata – praticamente impossibile! – e risultare sempre impeccabile». Da un grande carisma deriva una grande celebrità, ma anche un certo fiuto nel trovare sempre l’equilibrio tra piglio professionale e capricci da diva. «Sto ancora aspettando che Naomi si presenti puntuale sul set», ha detto al Times la leggendaria stylist Patti Wilson. «Ma poi arriva sprigionando un’energia tale da farsi perdonare tutto. E in qualche modo riusciamo a portare a casa dieci scatti in tre ore, tutti perfetti».

Naomi Campbell: il suo caratteraccio e gli ostacoli superati

Naomi sui rotocalchi è soprattutto una raccolta di cronache dal brutto carattere. In carriera ha accumulato quattro denunce per aggressione: un telefonino lanciato contro un’assistente, uno contro una governante; un poliziotto preso a calci, un paparazzo a borsettate. E innumerevoli documentate intemperanze. A chi osa farglielo notare, se è in giornata buona, risponde con serafica grazia che lei non è certo perfetta, e neanche orgogliosa di tutto quello che ha fatto. Se ,invece, è in giornata cattiva, si alza e se ne va).

La sua vita è un continuo work in progress: «Non intendo rimanere ostaggio del mio passato», ha detto al Guardian qualche mese fa. E prima o poi ogni esperienza trova il suo senso, anche il travagliato percorso di rehab necessario a liberarsi della dipendenza da alcol e cocaina: «Mi sta aiutando molto in questi tempi di quarantena, perché mi ha insegnato la disciplina. E a chiedere aiuto, quando mi sento sola». Naomi ha avuto infiniti amori: molti pubblici, quasi tutti famosi, alcuni terribilmente chiacchierati. Senza pretese di esaustività: Robert De Niro, Adam Clayton, Mike Tyson, Eric Clapton, Flavio Briatore, Gerard Butler, il milionario Vladislav Doronin e l’ex One Direction Liam Payne. Adesso apparentemente conduce vita da single (se si esclude il cameraman che riprende i suoi video, sigillato nella tuta anticontagio, che ogni tanto spunta riflesso in qualche specchio).

Il carisma di Naomi cinquantenne

La sua occupazione principale al momento è Being Naomi. È un canale YouTube pieno di sfilate, retroscena, beveroni salutisti e tutorial: la routine minima di make up comprende sei prodotti per la base e due lipgloss (lei si manifesta con occhi già truccati). Ma ci sono anche i suoi interessi umanitari: Naomi chiamava Nelson Mandela “Tata” (nonno). Nel 2005 ha fondato Fashion for Relief, un’organizzazione benefica con stellare potenza di fuoco. Per festeggiare il suo 50esimo compleanno, aveva programmato celebrazioni memorabili. Invece dovrà evitare assembramenti, come tutti, e limitare le sue esibizioni alle dirette Instagram di allenamento. Per rimediare, si è messa a intervistare gli amici della vita uno  per uno: Marc Jacobs, Anna Wintour, le sorelle Williams, Sharon Stone, Pierpaolo Piccioli – per nominarne alcuni. La serie si chiama No Filter with Naomi, e sembrano tutti perdutamente innamorati di lei. Perché se hai abbastanza coraggio, puoi vincere anche contro la cattiva reputazione.

Di Clelia Pescatori