27 February 2017

Oscar 2017: tra vincitori, musica e gaffe

In rete è subito circolata una battuta che sintetizza gli Oscar 2017: “La La L’altro”. La notte degli Academy Awards doveva essere una messa cantata per La La Land, il musical di Damien Chazelle che dopo aver totalizzato il record di nomination (14) e, con pochi rivali all’altezza, sembrava destinato a fare l’asso pigliatutto della serata. Invece l’89ma edizione è stata piena di sorprese, delusioni, perfino una gigantesca gaffe: arrivati all’annuncio del miglior film, Warren Beatty e Faye Dunaway (celebrati anche per i 50 anni di Bonnie&Clyde) hanno prima chiamato sul palco regista e cast di La La Land (6 statuette all’attivo), poi nel subbuglio generale e dopo un clamoroso scambio delle buste, hanno dovuto fare marcia indietro. Morale: il film vincitore è Moonlight di Barry Jenkins, che racconta la dura vita di un ragazzo di colore, gay e con madre tossicodipendente, vittima di bullismo, faticosamente in cerca della propria identità, e soprattutto di amicizia e amore, nei ghetti di Miami.

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Il musical La La Land, che veleggia nei box office con 370 milioni di dollari di incassi nel mondo (ed è ancora nei cinema), agli Oscar 2017 ha conquistato “solo” sei statuette sulle 14 papabili: miglior attrice Emma Stone, miglior regista Damien Chazelle, miglior colonna sonora e miglior canzone (City of Stars, cantata da John Legend nel film e pure durante la serata), miglior scenografia e fotografia. A strappare a Ryan Gosling la statuetta di migliore attore è stato Casey Affleck, fratello di Ben (ringraziato nel discorso al pubblico e commosso in platea), mentre il film da lui interpretato, Manchester by the Sea di Kenneth Lonergan, ha soffiato al musical anche il premio per la sceneggiatura originale.

Dopo le polemiche di un anno fa sulla mancanza di artisti neri nel parterre delle nomination e degli Oscar (#oscarsowhite), era prevedibile un tentativo di fare giustizia che ha portato i fans di La La Land a gridare alla forzatura. Moonlight ha avuto altre due statuette: sceneggiatura non originale (firmata Barry Jenkins e Tarell Alvin McCraney) e attore non protagonista (Mahershala Ali), mentre attrice non protagonista è Viola Davis per Barriere, altro film su temi razziali con l’attore Denzel Washington alla regia. Stavolta gli attori premiati formano un quartetto perfettamente black&white.

A parte la gaffe e la confusione che ne è seguita, la notte degli Oscar 2017 ha avuto pochi momenti di eccitazione. Qualche trovata del presentatore-mattatore Jimmy Kimmel, che ha fatto entrare in teatro un gruppo di turisti e vip-watcher vaganti per Hollywood e ha snocciolato frecciatine a Trump chiamando in causa Meryl Streep, che il presidente ha definito “attrice sopravvalutata” dopo aver ascoltato il suo discorso critico ai Golden Globes (Kimmel ha anche twittato a Trump: «Sei ancora sveglio? C’è qui Meryl che ti saluta”).

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E ancora. Le lacrime di Emma Stone nelle parole di ringraziamento, a prova di commozione. Ma a scaldare la serata è stata soprattutto la musica: Justin Timberlake ha cantato Can’t stop the feeling  trascinando le celebrities nel ballo. John Legend ha interpretato la canzone da City of Stars, Sting ha cantato il pezzo per il quale è stato candidato, The Empty Chair (nel documentario Jim: The James Foley Story). All’insegna di La La Land.

Valeria Vignale