Ellen DeGeneres chiede scusa su Zoom ai suoi collaboratori per le accuse di razzismo e sessismo
Ellen DeGeneres chiede scusa al suo staff. Dopo mesi di notizie allarmanti sui suoi collaboratori, Ellen si è confrontata con loro su Zoom decisa a “correggere un torto”, scrive HollywoodLife. L’incontro è avvenuto due giorni fa e qualcosa è trapelato. Ellen “era molto emozionata ma determinata. Vuole creare una cultura di rispetto nel suo studio. Le persone devono sentirsi bene per fare uno show che renda felici gli spettatori”, riferisce anche Deadline. HollywoodLife racconta che la conduttrice si è detta “devastata” da quello che è successo. Per questo si è scusata.
Ellen DeGeneres, il suo popolare talk show
The Ellen DeGeneres Show è un talk show diurno popolarissimo negli Stati Uniti e Ellen DeGeneres è sempre stata considerata una delle persone con la miglior reputazione del Paese. Ma i recenti fatti hanno portato Ellen a chiedere scusa al suo staff. Ellen DeGeneres è famosissima soprattutto da quando ha condotto la cerimonia degli Oscar del 2014, e negli anni si è costruita un personaggio popolare e trasversale.
Ellen DeGeneres chiede scusa per il razzismo
È omosessuale, sposata con l’attrice Portia de Rossi – che la sostiene in questi giorni – e si è spesso fatta portavoce di battaglie progressiste. Il suo programma elargisce spesso premi in denaro che vanno in beneficenza a persone o associazioni.
Ad aprile Variety aveva pubblicato un articolo sullo scontento dei dipendenti dello show per via della riduzione degli stipendi per la pandemia e per il modo in cui era stata gestita la crisi. Poi erano arrivate le accuse anonime di dieci dipendenti riportate da BuzzFeed News in un articolo del 16 luglio. Le accuse si riferivano a trattamenti ingiusti da parte dei membri della produzione e di comportamenti fastidiosi. Spesso legati a forme di sessismo o razzismo.
Ellen DeGeneres chiede scusa, Warner Bros indaga
La Warner Bros ha avviato un’indagine sull’ambiente di lavoro che era stato definito “tossico”. “DeGeneres ha promesso di interagire di più con il suo staff e ha incoraggiato tutti, in caso di problemi, a rivolgersi sempre a lei”, racconta Deadline. Ha aggiunto, riguardo alle accuse fatte a lei personalmente che anche a lei capita “di avere giorni buoni e cattivi, di essere talvolta chiusa a riccio, atteggiamento che può essere scambiato per arroganza”. Warner Bros. ha intervistato più di 100 persone ma non ha trovato prove che lo spettacolo favorisse comportamenti razzisti. Ma ha scoperto episodi occasionali di insensibiltà razziste.
Dall’inchiesta ai licenziamenti
Nei giorni scorsi questa inchiesta ha portato al licenziamento di tre persone. E Glavin, produttore esecutivo, Jonathan Norman, co-produttore esecutivo e Kevin Leman, capo degli autori. Le accuse erano state rivolte anche ad altri due importanti produttori, ma la Warner Bros ha confermato queste due persone al loro posto.
Di Elisabetta Sala – Foto Getty