Valeria Golino e Alba Rohrwacher, amiche e rivali al Festival di Berlino
Nel film Figlia mia di Laura Bispuri sono gelose una dell’altra. Nella realtà della vita e del set, Valeria Golino e Alba Rohrwacher sono unite da una complicità che si percepisce appena arrivano alla conferenza stampa del Berlinale. «Volevamo lavorare insieme da tanto tempo» racconta Alba e il film di Laura Bispuri, unico titolo italiano in concorso a Berlino, nei cinema dal 22 febbraio, ha creato finalmente l’occasione. Non solo. Questa storia tutta al femminile ha creato una grande complicità fra le due attrici e la regista (che a Berlino aveva già suscitato interesse nel 2015 con Vergine giurata) e di tutte e tre con la bambina protagonista della storia, Sara Casu, anche lei piccola stella della conferenza e del tappeto rosso. «Valeria e Alba mi hanno molto aiutato» dice lei un po’ timida. «In realtà si è divertita più con Alba, vero?» dice la Golino sorridendole e Sara fa sì con la testa. «Perché con Alba faceva corse e bagni al mare, mentre con me aveva solo scene tranquille e casalinghe».
Il film, ambientato in una Sardegna rurale e arretrata, racconta la storia di una ragazzina che scopre di essere stata adottata quando quasi casualmente conosce la madre biologica: Alba Rohrwacher interpreta la ragazza madre, una spiantata che fa mille lavori e si prostituisce, che dopo essere rimasta incinta aveva deciso di lasciare la bambina alle cure di una donna più matura, desiderosa di avere figli, con una vita e un lavoro molto regolari (Golino appunto). Verso i dieci anni di Vittoria, questo il suo nome, madre e figlia si incontrano, sono curiose una dell’altra, scatta una forte attrazione, la bambina scopre la verità restando disorientata. E le due donne iniziano a contendersi le sue attenzioni, il suo affetto, incrinando l’amicizia e il patto iniziale. I figli sono di chi li partorisce o di chi li cresce? Questa è la domanda sottesa alla storia, che esplora il rapporto tra madre e figlia ma anche tra modi diversi di esserlo e tra due donne che cercano di gettare il cuore oltre l’ostacolo della gelosia.
«Io avevo lavorato con Laura girando Vergine giurata ed era stata una grande esperienza, con lei mi sono avventurata in territori sconosciuti fino a quel momento eppure mi sentivo protetta. È una regista che crea un rapporto di sorellanza con le sue attrici» ha raccontato Alba. E Valeria ha aggiunto: «E io pur essendo entrata in una famiglia creativa già esistente, non mi sono mai sentita emarginata. Ero la “nuova” ma abbiamo subito chiarito, dal primo giorno, che ci saremmo dette tutto quello che pensavamo senza filtri, a costo di essere scomode. E questa schiettezza ci ha poi portato a una grande complicità».
Valeria Vignale