Lily-Rose Depp: «La celebrità? Fa parte del mestiere, non mi farò rovinare la vita dai media»
È cresciuta con la pressione dei media: non le pesa? «È dura, ma ho deciso di fregarmene: non posso vivere in gabbia, farmi rovinare la vita. È un piccolo prezzo da pagare per fare l’attrice, che è un mestiere meraviglioso». Chissà se Lily-Rose Depp risponderebbe ancora così (noi l’abbiamo intervistata tre settimane fa, all’ultimo Festival di Cannes), ora che ha visto il padre, Johnny Depp, travolto da una tempesta mediatica sul suo divorzio da Amber Heard.
Lei è così sottile che, appena la vedi, hai paura che un colpo di vento la porti via. Come in una favola di Tim Burton, di quelle in cui papà Johnny non manca mai. Eppure è forte, decisa, tutt’altro che evanescente. Quel suo viso non si dimentica, e lo sanno bene i patron di Chanel che l’hanno voluta come testimonial ora anche dell’iconico profumo n. 5. Ha 17 anni appena compiuti, ma ha avuto la scioltezza di una diva al debutto al Festival di Cannes (con La Danseuse) ed è subito scesa in campo a difendere il padre dalle accuse di violenza da parte di Amber Heard: «Lui è la persona più dolce e affettuosa che io conosca» schierandosi insieme alla madre, Vanessa Paradis.
Nel film La danseuse di Stéphanie Di Giusto Lily-Rose interpreta una giovanissima Isadora Duncan nella storia (vera) della danzatrice Loïe Fuller, durante la Belle Epoque (la cantante Soko). Alla première mamma Vanessa applaude a distanza, per risparmiare alla figlia foto e commenti sul pedigree (sotto il video della première), ma è impossibile non pensare alla loro somiglianza, fisica e non solo: la Paradis aveva 16 anni quando cantava il suo primo hit, Joe le taxi, e 17 quando è apparsa al cinema con Noce blanche di Jean-Claude Brisseau e ha girato le prime scene di nudo. Lily-Rose ha accettato di posare tra personaggi “non eterosessuali al 100 per cento”, non per fare outing ma per puro spirito libertario, e nel film presentato a Cannes ha anche una scena d’amore lesbo con la protagonista.
Che effetto le ha fatto interpretare Isadora Duncan?
«Mi sono entusiasmata, è una tale icona! Non ho avuto timori, però so di avere poca esperienza: per danzare ho avuto una controfigura ma sul set ho solo dovuto lasciarmi andare ed essere me stessa. Perché la Duncan era così, leggera e libera, con una sua forza interiore che non lasciava spazio a insicurezze. Era ambiziosa. Quanto vorrei avere la sua stessa spinta!».
Non sembra che le manchi: ha deciso presto di fare l’attrice, ha interpretato anche scene di nudo e di amore gay. Nessun imbarazzo?
«No, perché l’omosessualità fa parte della storia di La Danseuse, quelle scene non sono affatto volgari». (E sentendola Soko, che è lì vicino, ci interrompe: «Lily-Rose è straordinaria, disinvolta e sicura del proprio corpo!»).
Siete amiche anche fuori dal set?
«A Los Angeles ci frequentiamo e un giorno mi ha detto che la regista del film voleva incontrarmi, che cercava un’attrice della mia età, americana che sapesse il francese».
Nessun freno da parte dei suoi genitori?
«Mi considerano abbastanza matura per scegliere la mia strada».
In una famiglia così, le sarà venuto naturale pensare di fare l’attrice…
«Proprio per niente, invece. Se andavo su un set, da bambina, mi piaceva guardare i costumi, vedere come facevano il make up. Non ho mai pensato di fare l’attrice finché non ho avuto un piccolo ruolo nell’horror Tusk di Kevin Smith, due anni fa».
Faceva già la modella, non le bastava?
«Recitare è un’altra cosa, una grande emozione. Sono stata in scena pochi minuti, ma ho capito subito che è la mia strada: mi fa stare bene, mi sento felice. Per andare avanti ho pure deciso di lasciare la scuola».
Addirittura.
«Per diventare adulti, prima o poi, bisogna prendere una decisione forte. Se ho trovato il mio mestiere, che senso ha andare a scrivere temi in classe? Sarebbe una perdita di tempo: voglio usare le mie energie per dare il meglio in quello che ho scelto di fare. Imparo molto di più viaggiando, leggendo libri e guardando film».
Quali sono i suoi preferiti?
«Di sicuro Il mago di Oz con Judy Garland, l’ho guardato tante volte… Mi piacciono anche film come Casino con Sharon Stone. E poi mia madre mi ha fatto una lista di classici che devo assolutamente vedere».
C’è un’attrice che ammira?
«Non ho modelli, vorrebbe dire che sono invidiosa di un’altra. Non voglio somigliare a un’altra o mettermi in gara: voglio sfidare solo me stessa».
Che ruolo ha in Planétarium, uno dei suoi prossimi film, accanto a Natalie Portman?
«È la storia di due sorelle medium, americane, che vanno a Parigi negli anni 30. Io sono la più giovane, una ragazza chiusa in se stessa e nel suo mondo. Mi ha ricordato la mia adolescenza».
Lei ha solo 17 anni ma tutti la definiscono matura e carismatica. Da dove le viene tanta sicurezza?
«E chi lo sa… sono fatta così».
Valeria Vignale @vavign
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