Il marito, il fratello, le figlie, la madre, i colleghi: Maggie Gyllenhaal racconta se stessa. Attraverso i rapporti che l’hanno fatta crescere
È una di quelle artiste con cui non smetteresti mai di parlare, Maggie Gyllenhaal. Simpatica, fascinosa, per nulla diva malgrado i suoi trent’anni di carriera, la sorella di Jake spicca tra le interpreti più versatili e interessanti di Hollywood. Prendiamo spunto dal film da lei diretto un anno fa, La figlia oscura, dal romanzo di Elena Ferrante, per esplorare i rapporti, familiari e non, che riempiono la sua vita. È questa parola, legami, quella di cui chiacchieriamo.
Hai messo al centro del tuo film una madre giovanissima in crisi. Come hai vissuto tu la maternità?
«Ho provato anche io ansia, rabbia, sentimenti ambivalenti di cui non si parla mai abbastanza. Dovremmo ripetere alle donne che non c’è nulla, ma proprio nulla di strano, nel sentirsi in un certo modo. Va semplicemente accettato. In questo il libro di Elena Ferrante è stato per me illuminante. Leggevo e pensavo: “Ma questa è pazza!”. Poi la pagina successiva: “Ma la pensa proprio come me, anche io ho provato quella disperazione e frustrazione lì”. Non siamo pazze, siamo umane. Madri e donne il cui intelletto e sessualità non sono raccontate, per questo ognuna nella propria stanza si dispera pensando “perché proprio io/proprio a me”: in realtà certi disagi che tutte proviamo in alcuni fasi della nostra vita andrebbero normalizzati».
Accettare di provare sensazioni ambivalenti verso le persone che si amano fa parte della maturità emotiva?
«Credo proprio di sì, l’importante è essere oneste il più possibile con se stesse e con le persone amate. Non siamo perfette, come non sono perfette loro».
È innegabile che sulle donne c’è sempre una bella pressione.
«Dovremmo essere tutto: donne in carriera, madri multitasking, mogli impeccabili. A me però non è mai interessato, non ho mai avvertito alcuna pressione nel dover diventare madre: ho due figlie, Ramona e Gloria Ray, che ho voluto e che continuo a volere ogni giorno. Non ho mai pensato neanche nei miei sogni più folli di essere anche solo vicina a una madre perfetta. L’idea della madre perfetta è soffocante».
Diventare madre cambia la vita, com’è andata a Maggie Gyllenhaal?
«Ogni figlio che arriva è un’esplosione. Nella tua vita, nella relazione di coppia. Una donna molto importante un giorno mi disse che avere un bambino mi avrebbe fatto cadere in ginocchio. Ho scoperto che diceva il vero, tutto ciò che fa maturare richiede fatica. Diventare un genitore è una delle imprese più complicate del mondo, sia per le madri che per i padri, non c’è nulla di male nel raccontare che non siamo affatto supereroi, ma persone normali con ansie e frustrazioni».
Maggie Gyllenhaal con la figlia Ramona
Che rapporto hai oggi con tua madre Naomi Foner?
«Siamo molto legate, mi supporta in tutto. Essendo una sceneggiatrice superlativa mi è stata accanto durante tutto il processo di scrittura del film, è sempre stata la mia prima lettrice e sostenitrice».
E con tuo marito Peter?
«In piena pandemia siamo volati in Grecia per le riprese del mio film, mi ha incoraggiato molto e confesso di aver pensato a lui per tutti i ruoli del film. Mentre scrivevo i personaggi maschili mettevo dentro ognuno qualcosa di lui, alla fine ho scelto che rappresentasse, nella storia, l’oggetto del desiderio. Poi mi sono pentita: non mi piaceva più l’idea che girasse scene di passione con un’attrice più giovane di me, sensuale e intelligente come Jessie Buckley. È durata un attimo, mi sono subito sentita una piccolo borghese. Con Peter (Sarsgaard, anche lui attore, ndr) stiamo insieme da vent’anni, ne abbiamo passate di ogni colore, ci siamo sposati travolti di felicità e abbiamo due figlie splendide».
Maggie Gyllenhaal col marito Peter Sarsgaard
Maggie Gyllenhaal e Olivia Colman: avete legato sul set?
«Olivia è una creatura meravigliosa e piena di empatia, prima di essere l’attrice divina che tutti conosciamo. È un’amica e una sorella, abbiamo costruito un rapporto fortissimo raccontandoci anche le nostre esperienze di maternità. Concordiamo che diventare madri sia la cosa più enorme del mondo, ma anche che non crediamo esista una donna che non abbia desiderato almeno una volta sbattere la porta e fuggire via dai figli».
A proposito di attori speciali, ti piacerebbe dirigere tuo fratello Jake?
«Sarei felice ad averlo in un mio film, ma serve il progetto giusto. Magari un ruolo che gli consenta di esplorare nuovi terreni. Sono grata di avere Jake nella mia vita, è un fratello generoso e amorevole, sempre presente per me e la mia famiglia».
Maggie Gyllenhaal col fratello Jake
La tua è una “famiglia d’arte”. Vi capita di scambiarvi consigli di lavoro?
«Con mia madre molto, con mio fratello quasi per niente, con mio marito sempre, anche perché dobbiamo accordarci e organizzare il lavoro tra riprese e figlie».
Maggie Gyllenhaal, dì la verità: hai conosciuto Elena Ferrante?
«Non sono una che va a caccia di misteri. Ci siamo scritte delle lettere molto belle e sono certa che si tratti di una donna: solo una donna può descrivere la maternità in un modo così trasparente e onesto. La ringrazierò sempre per avermi scritto a chiare lettere: o dirigi tu il film, o non se ne fa niente».
Di Claudia Catalli – Foto Ipa
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