Mahmood e Blanco Eurovision

Mahmood e Blanco: ora prendiamoci l’Eurovision

05 marzo 2022

Dalla vittoria di Sanremo gli impegni di Mahmood e Blanco si sono moltiplicati. Da un lato i rispettivi tour e dall’altro l’Eurovision. Ecco come un accordo sbagliato diventa leggenda

 

Mahmood e Blanco Eurovision. Stiamo riprendendo fiato e realizzando quello che è successo, perché ci sembra ancora tutto incredibile». Dalla fine del Festival di Sanremo l’emozione continua a essere forte. Mahmood e Blanco hanno vinto la gara e fatto ciò che sulla carta era quasi impossibile: bissare il successo dei Måneskin lo scorso anno. La loro canzone Brividi ha avuto il record assoluto di ascolti di Spotify Italia, con più di tre milioni di streaming nelle prime 24 ore e oltre 33 milioni di visualizzazioni totali tra video ufficiale e prima esibizione all’Ariston (al momento in cui scriviamo). E dire che nei giorni del festival, quando tutti dalla sala stampa chiedevamo se sentissero la vittoria, loro rispondevano: «I favoriti non vincono mai, non pensiamo alla classifica, ci sono tanti altri artisti di cui siamo fan. Speriamo solo di non deludere chi ha ascoltato il pezzo e chi ci ha dimostrato tutto questo amore». Come le centinaia di persone che ogni giorno si trovavano in pellegrinaggio davanti all’Hotel de Paris. A due passi dal Casinò, è diventato meta di culto nella settimana sanremese: «Volevo riposare prima dell’esibizione» ci ha raccontato Blanco il giorno della finale. «Ma poi ho sentito cantare e ho pensato: “Ok, me la godo”. La musica è una cosa troppo potente, ci lega tutti». Esibizione dopo esibizione fino alla volata della finale, sabato 5 febbraio: il 54 per cento di voti al televoto, i preferiti della sala stampa e della giuria demoscopica.

Mahmood e Blanco verso l’Eurovision

Un plebiscito che ha il volto di questi due ragazzi, così diversi e così simili. «Ricky (Riccardo Fabbriconi è il vero nome di Blanco, ndr) mi ha insegnato a uscire dagli schemi» dice Mahmood. «È un ragazzo di 19 anni che vive tutto in maniera libera. Io penso troppo ma grazie a lui ho imparato a riflettere di meno. E che sul palco si può essere imprevedibili. Esibirmi con lui è stato un training». Ribatte Blanco: «Ale (Mahmood, ndr) mi ha dato molta calma e da lui ho imparato una serie di piccole cose che tutte insieme diventano grandi». Come l’Eurovision a metà maggio a Torino, un sogno sempre più vicino: «È tutto da definire, riguardo a come presenteremo Brividi, non sappiamo neanche se la faremo in italiano o in inglese. Ci stiamo riflettendo».

Mahmood e Blanco, amici per la musica

La storia di Mahmood e Blanco è il racconto di due amici. Di un accordo sbagliato e di un ritornello nato per caso. «C’eravamo conosciuti mentre io stavo lavorando con Michelangelo (Michele Zocca, amico e produttore di Blanco, ndr). Ed è venuto tutto in maniera spontanea, è il bello della musica» spiega Riccardo. Le prime note scritte in un pomeriggio di fine luglio, poi ognuno a casa propria per le vacanze e la promessa di ritrovarsi in autunno, una strofa per uno.

 

Com’è nata Brividi

«La scorsa estate ci siamo incontrati a Vescovato, in provincia di Cremona, dove ha lo studio Michelangelo» conferma Mahmood. «Lui si è messo a suonare al pianoforte e da una nota sbagliata è nata l’idea del ritornello. Poi abbiamo scritto le strofe separatamente, io in Sardegna a casa di mia mamma». La sua parte, la più onirica (Ho sognato di volare con te/ Su una bici di diamanti) e quella di Blanco, carnale come l’’adolescenza (Tu, che sporchi il letto di vino/Tu, che mi mordi la pelle/Con i tuoi occhi da vipera).

Una canzone d’amore

A ottobre i tre si sono rivisti. Hanno armonizzato le voci, scritto lo special e chiuso la canzone. «È stato un travaglio ma le cose fatte bene vanno lavorate tanto». La canzone parla di un amore difficile da realizzarsi. «È un testo autobiografico. Ho vissuto quello che canto» spiega Blanco. «Il potere di scrivere è di essere sincero. E di raccontare quello che stai provando perché così la gente si può riconoscere». Gli fa eco Mahmood: «Canto episodi che mi sono successi nell’ultimo anno, quando ho avuto la paura di sentirmi sbagliato. Una paura che proviamo quasi tutti». Il cantautore di Soldi lo definisce «un feeling che ci accomuna». Ed è il senso di inadeguatezza: «Brividi è il racconto di due ragazzi che appartengono a due diverse generazioni. Abbiamo dieci anni di differenza ma amiamo con lo stesso trasporto e gli stessi timori».

Foto di Bogdan Chilldays Plakov

Supportati da mamma e papà

Amadeus li voleva a Sanremo perché aveva intuito che Mahmood e Blanco avrebbero spaccato. Ma mai avrebbe sognato di averli in gara con la forza dirompente di un duetto d’amore cantato tra uomini. «Mia mamma quando ha sentito Brividi mi ha detto che arrivava subito al primo ascolto. Che era un pezzo diretto e mi ha dato l’idea di Sanremo». Da una parte la madre di Mahmood, dall’altra il papà di Blanco. «Gliel’ho fatta ascoltare in macchina, il pezzo era più o meno finito e lui mi ha detto quasi la stessa cosa della mamma di Ale. Provate ad andare a Sanremo, è la canzone giusta». Il resto è storia. I look meravigliosi e griffatissimi, gli sguardi sul palco. E il Fantasanremo e quella corsa di Riccardo ad abbracciare i genitori in platea. Subito dopo la proclamazione. «Da piccolino li facevo dannare, ti giuro. Vederli piangere è stato bellissimo».

Mahmood e Blanco Eurovision, presto in tour

Tra le date dell’Eurovision da mettere in agenda e i singoli tour in partenza, i due vincitori di Sanremo stanno definendo il lavoro dei prossimi mesi. A fine aprile comincia l’attesa tournée europea di Mahmood, recupero delle date del 2021. E a marzo c’è il gran debutto del Blu Celeste Tour di Blanco. 170mila biglietti già venduti, date sold out e nuovi live estivi da giugno a settembre. Tutto esaurito in poche ore. «Sono grato dell’amore che sto ricevendo. Ringrazio tutti di cuore» ci ha detto il giovane artista di Calvagese della Riviera, provincia di Brescia. «Non vedo l’ora di poter incontrare le persone che mi hanno supportato. Dello show non posso svelare nulla ma farò di tutto perché sia qualcosa di magico».

Prima c’era il calcio

Promessa del calcio, “Fabbro” poco prima della pandemia, si era ritirato dall’attività agonistica per dedicarsi alla musica. «Lo sport è importantissimo. Ma ho scelto un’altra strada perché a un certo punto la musica era diventata fondamentale». Passione che ha contagiato Mahmood: «Quando non sei da solo l’energia è diversa e approcci tutto come una cosa nuova. Ho vissuto questo Sanremo più felice e con più voglia di fare».

Mahmood e Blanco, una bella vittoria

I complimenti di Gino Paoli per Il cielo in una stanza («Abbiamo ricevuto tanti messaggi bellissimi. Siamo rimasti colpiti dalle sue parole, ci ha detto che l’abbiamo cantata in maniera “rispettosa”»). Poi gli applausi e un apprezzamento che va oltre le poche polemiche. Mahmood e Blanco ci hanno restituito la gioia della musica, la speranza e i Brividi dell’amore. C’è da augurarsi che il loro progetto continui. Ma se non dovesse accadere, resterà una bella pagina della musica contemporanea. E una fotografia dell’Italia che ci piace.

di Rachele De Cata