05 febbraio 2021

Gal Gadot: “Siamo tutte Wonder Woman”

Gal Gadot, protagonista di Wonder Woman 1984, ne è convinta: siamo tutte straordinarie. Forti e fragili, empatiche e capaci di metterci in discussione. Non è meraviglioso?

 

Strano il destino di Gal Gadot. Un passato da soldatessa, reginetta di bellezza e modella, e un presente da Wonder Woman, la supereroina che ispira non solo le donne e le bambine ma anche persone di diverse identità di genere, in ogni angolo del mondo. L’attrice 35enne interpreta lo stesso ruolo che l’ha proiettata in cima alla A List hollywoodiana (è la terza attrice più pagata dopo Sofia Vergara e Angelina Jolie), in uno dei sequel più attesi, Wonder Woman 1984.

Il film distribuito da Warner Bros. Italia, dopo tanti rinvii arriverà in streaming il 12 febbraio. Sarà disponibile su tutte le piattaforme: Prime Video, Apple Tv, YouTube, Google Play, TIimVision, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV.  Oppure in noleggio su Sky Primafila e Infinity. Ecco la clip con i primi tre minuti.

Wonder Woman 1984, intervista alla protagonista Gal Gadot

Hai iniziato il tuo percorso con un’audizione come Bond Girl…
«Sì, dopo aver vinto Miss Israele nel 2004, ho iniziato a fare la modella mentre studiavo legge, volevo diventare avvocato. Mi hanno proposto dei provini per il cinema, e tra questi c’era anche quello per Quantum of Solace. Non ho ottenuto la parte ma è lì che ho deciso di diventare attrice».

Immaginavi che sarebbe andata così bene?
«No, non ho mai pensato che questo potesse essere il mio lavoro! Sono cresciuta in una famiglia dove l’istruzione viene prima di tutto, dopo il liceo devi fare il servizio militare e poi laurearti. Quando mi si è presentata l’opportunità di cambiare il mio destino l’ho colta al volo. Studiavo danza, ma il mondo della recitazione era così lontano dal mio! Mi considero una persona molto spirituale, credo nel destino, so che l’Universo mi ha portato fin qui, mi ha aperto la strada e dato l’enorme responsabilità di interpretare Wonder Woman 1984».

Cosa rappresenta lei per te?
«Wonder Woman è la versione migliore degli esseri umani, crede nell’uguaglianza, nella verità, nella giustizia e cerca a suo modo di contribuire al miglioramento dell’umanità. Ogni sua incarnazione rappresenta i vari progressi dell’uguaglianza femminile negli Stati Uniti e chissà, forse in un futuro, nel resto del mondo».

Cosa avete in comune?
«Lei è moderna, ha uno spirito intraprendente, come me è determinata e perseverante. Quando ho un’opinione io la difendo, ma so anche mediare, accettare consigli, considero ogni alternativa. Cerco sempre di vedere il lato positivo della vita, anche nei momenti di crisi. Quando ho dei dubbi penso a quello che farebbe lei, è diventata la mia musa ispiratrice».

Come mai secondo te la sua storia ha un impatto universale?
«Piace perché nonostante sia un supereroe è vulnerabile, impara dai propri errori. È una donna complessa, multidimensionale: anche se tosta, ha paura, si preoccupa, ha pregi e difetti proprio come noi esseri umani. È un modello positivo per tutti».

Ti ha proprio stregata…
«Sì, perché credo che ognuna di noi abbia in sé le qualità di Wonder Woman. Ricevo decine di lettere da mamme che mi dicono che i loro figli maschi sperano di diventare forti come noi donne. E questo è rivoluzionario! Ho incontrato una coppia di 80enni che mi hanno raccontato la storia della nipote che aveva perso l’uso delle gambe, era depressa e non aveva più interesse nella vita. Dopo aver visto il primo film è rinata, ispirata da WW e dalla sua forza di reazione. So che sembra una favola hollywoodiana, ma è la verità».

Il film è ambientato nel 1984.Tu sei nata un anno dopo.Cosa sai di quegli anni?
«Li ho vissuti attraverso i miei film preferiti come Footloose, Bella in rosa, Ritorno al futuro, Grasso è bello. Mia madre Irit mi ha raccontato la vita di quel periodo, gli eccessi della moda, i colori, lo stile esagerato e anche i lati negativi come l’aspetto politico delle ambizioni più sfrenate, l’abuso del mondo finanziario, anni spensierati che hanno causato una recessione mondiale».

Hai fatto dei sacrifici per il film?
«Ero sempre a dieta! Il che è molto salutare, ma ho dovuto rinunciare ad un sacco di leccornie: dalle olive ai formaggi allo shakshouka (uova, pomodoro, prezzemolo, melanzane fritte e feta, ndr); ho rinunciato all’insalata israeliana e al pollo di mia nonna, alle orecchiette alla pugliese, al branzino. Un vero peccato».

Hai due figlie, Alma di 9 anni e Maya di 3. Cosa pensano di Wonder Woman?
«Sono molto fiere del mio lavoro, ma in casa comandano loro! Sono una mamma esigente ma col cuore tenero, cedo davanti alla loro bellissima innocenza».

Ora che progetti hai?
«(ride) Sarò nel film su Cleopatra, diretta da Patty Jenkins, un ruolo che ho sempre sognato di interpretare. Una donna colta, curiosa, che parlava otto lingue. Era anche una cavallerizza e una musicista provetta, molto gelosa e possessiva, non certo una femme fatale. Spero di renderle giustizia».

Di Roberto Croci – foto Clay Enos @DC Comics