16 aprile 2020

Patrick Dempsey, Alessandro Borghi e Kasia Smutniak: “Vi spieghiamo chi sono i nostri Diavoli”

Patrick Dempsey, Alessandro Borghi e Kasia Smutniak: parlano i protagonisti di Diavoli, l’atteso thriller finanziario in 10 puntate, da domani su Sky e Now Tv.

Alessandro Borghi è Massimo, un self made man italiano che ha bruciato le tappe della carriera in un istituto finanziario internazionale. Patrick Dempsey (volto di Grey’s Anatomy) è Dominic, il suo potentissimo capo e mentore, con una raffinata moglie  interpretata da Kasia Smutniak. Sono i protagonisti di un thriller internazionale in 10 episodi: Diavoli, con la regia di Nick Hurran e Jan Michelini, nuova serie attesa su Sky Atlantic e Now Tv dal 17 aprile.

Tratta dall’omonimo bestseller di Guido Maria Brera (ed. Rizzoli), si svolge nei palazzi di vetro affacciati sulla City di Londra nel 2011 che ha visto la Grecia sull’orlo del crack e il mondo intero alle prese con le conseguenze della crisi del 2008. E ha l’ambizione di farci entrare in un mondo che tutti guardiamo con diffidenza, popolato come pensiamo sia soltanto da affaristi senza scrupoli.  “Dicono che il più grande inganno del diavolo è farci credere che non esista” pensa Massimo (cioè Borghi) guardando il suo capo e chiedendosi se può ancora fidarsi di lui dopo il suicidio di un collega che inizia il thriller. “Invece l’ho guardato negli occhi, mi sono specchiato in lui”. I protagonisti ne hanno parlato alla conferenza stampa, tutta in remoto, della stagione.

Chi sono i “diavoli”?

Alessandro Borghi: «Ho scoperto che non sono quelli che avrei immaginato prima di calarmi nel personaggio e nelle riprese: è vero, come suggerisce il luogo comune, che ci sono persone senza morale ma ce ne sono anche altre che mettono l’etica al primo posto. Sono quelli che hanno il compito di mantenere ordine anche in un momento come quello che stiamo vivendo ora: la finanza è uno strumento politico, di potere, per fortuna c’è chi cerca di usarlo proteggendo i cittadini».

Patrick Dempsey: «È stupefacente come questa serie sia d’attualità nell’emergenza attuale. L’autore della storia, Guido Maria Brera, mi ha aiutato a capire molte cose leggendo il suo e altri libri per prepararmi alle riprese».

Kasia Smutniak: «La parola “diavoli” viene dal greco, significa dividere, ed è vero che la finanza divide le anime delle persone. Il mio personaggio, come altri della storia, sta tra il bene e il male: è ambiguo, ogni spettatore se ne farà un’idea solo conoscendola meglio».

L’ambiguità rende la storia più intrigante?

Dempsey: «Sicuramente. Questi uomini della finanza si muovono su un filo sottile dove è difficile distinguere ciò che è positivo e negativo. Devono valutare l’impatto positivo e negativo delle loro scelte anche anche sul mondo esterno al loro ambito di lavoro».

Borghi: «In ogni personaggio c’è un dualismo estremo, una parte molto “cattiva” e una “buona”. Non so se Massimo, il mio, sia “bene” o “male”: se ogni spettatore si sarà fatto una sua idea alla fine della stagione, vorrà dire che avremo fatto bene il nostro lavoro».

La pandemia cambierà, oltre alla nostra vita, anche la narrazione sulla finanza? 

Borghi: «Penso che non si possa più tornare a come eravamo perché quello stile di vita era sbagliato. Dobbiamo stare più attenti a ciò che ci circonda: l’inseguimento del successo a tutti i costi ci fa dimenticare ciò che è necessario al nostro benessere. Meglio usare quest’emergenza per fare un passo indietro e farci domande».

Dempsey: «Non saremo più in grado di guardare il mondo nello stesso modo, dopo questo periodo. Il pianeta non può più reggere la nostra crescita e proprio perché siamo in un momento delicatissimo, sull’orlo del caos, dobbiamo stare ancora più attenti. Possiamo uscirne solo chiedendoci cosa sia sostenibile e cosa no, cosa è indispensabile e cosa non lo è».

Smutniak: «Penso soprattutto alla generazione dei nostri figli, che stanno vivendo quest’esperienza così presto nella vita ma rispetto a noi sono più consapevoli di tante cose: dello sfruttamento del pianeta, dell’impatto della politica. Ho fiducia in loro».

Di Valeria Vignale